venerdì 18 aprile 2008

Roma, aggressione omofobica

ROMA - Aggressione omofobica, questo pomeriggio a Roma contro il Circolo di Cultura omosessuale "Mario Mieli" di via Efeso. Lo denuncia un comunicato dell'associazione: "Un folto gruppo di ragazzi di età compresa tra i 20 e i 25 anni - vi si legge - ha fatto irruzione presso la sede del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli in via Efeso 2/a, mettendo a soqquadro l'ingresso, rovesciando scrivania, estintori, divano, quadri e materiale informativo".

"Solo grazie all'intervento dei soci presenti al primo piano dell'Associazione - prosegue la nota -, i vandali si sono allontanati gridando improperi come 'Froci di merda' ed inneggiando al Duce e ai campi di sterminio".

Il documento collega l'aggressione al "clima elettorale" di questi giorni: "Se così fosse ci verrebbe da dire, amareggiati e preoccupati, 'cominciamo bene'". E si augura "che sia stato solo un episodio isolato, anche se grave". I dirigenti del circolo temono il ripetersi di "spedizioni pilotate" che metterebbero a rischio le attività dell'associazione (che opera nella capitale da 25 anni) e l'incolumità e la sicurezza delle persone".

Immediata la presa di posizione delle forze politica di sinistra. A cominciare dal candidato sindaco Francesco Rutelli: "Ci vuole grande fermezza e una risposta corale nei confronti di questo rigurgito del fascismo intollerante e omofobico. Dobbiamo scongiurare che la campagna elettorale sia accompagnata da fatti come questo che sono da relegare nei sotteranei della civiltà". Per l'ex candidato a sindaco di Roma Franco Grillini è stato "un atto gravissimo di recrudescenza squadrista" anche perché "ci sono stati candidati soprattutto a destra che hanno flirtato con l'estrema destra neofascista e neonazista".

Il presidente nazione dell"Arcigay Aurelio Mancuso ha espresso "vicinanza e solidarietà" ai circolo ed ha sostenuto che "il nuovo governo deve farsi carico di sanare le lacune legislative che non puniscono i reati di odio e di omofobia al pari dei reati contro la razza e la religione. Per queste persone occorre il pugno di ferro".

In serata anche l'aspirante sindaco del Pdl Gianni Alemanno ha condannato l'episodio, esprimendo solidarietà al circolo Mario Mieli. "Si ratta di un gesto intollerabile", ha dichiarato. Ma per l'Arcigay di Roma le parole dell'ex ministro di An sono arrivate tardi. L'associazione, "di fronte al silenzio della destra", aveva già espresso infatti la sua preoccupazione "verso chi si candida a governare la nostra città senza mostrare solidarietà verso le vittime di un agguato fascista che mira a mettere in dubbio la stessa esistenza della comunità lesbica, gay e trans".

(17 aprile 2008)

http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/aggressione-mieli/aggressione-mieli/aggressione-mieli.html

venerdì 11 aprile 2008

Orientamento sessuale e patologia

A proposito di Omosessualità, Credenze Religiose, Modello Gay e Psicoterapia
giovedì 3 aprile 2008 - Chiara Lalli -Tonino Cantelmi

Intervista a Tonino Cantelmi (Psichiatra; Presidente della Associazione degli Psicologi e Psichiatri Cattolici)

L’orientamento sessuale ha una componente più genetica che culturale?

Sfortunatamente su questo abbiamo pochi dati; abbiamo un certo numero di studi, un paio molto interessanti che riguardano coppie di gemelli omozigoti adottati e che sono vissuti in situazioni familiari diverse, e il tasso di concordanza in questi studi è interessante perché sembrerebbe attribuire un certo rilievo genetico al tema della omosessualità. Però sono davvero pochi questi studi. Immaginiamo che sulla schizofrenia non sappiamo quanto pesi realmente il dato genetico costituzionale e abbiamo migliaia e migliaia di studi, e non siamo in grado di definirlo. Per quanto riguarda l’omosessualità il peso della genetica con 4 o 5 studi – per quanto un paio ben fatti – è improvvisato. E su questo ci sarebbe da discutere. Per quanto riguarda l’omosessualità mi sembra che il contributo degli studi che evidenziano un aspetto psicogenetico nello sviluppo dell’orientamento omosessuale siano un po’ più consistenti in questo momento. Tuttavia, come tutti possiamo sapere, direi che su questo non abbiamo idee chiare. Nessuno oggi può dire “l’orientamento omosessuale è legato a questo o a quest’altro”.

http://www.altrapsicologia.it/art/scienza_cultura_psicologica.asp

venerdì 4 aprile 2008

L’OMOSESSUALITA’ E’ UN DISTURBO MENTALE?

Nel 1973 l’American Psychiatric Association ha eliminato l’omosessualità dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM). Al momento l’omosessualità viene considerata un “orientamento sessuale non patologico”. L’omosessualità NON è una malattia e questa è la conclusione concorde di tutte le principali organizzazioni di igiene mentale.

ORIENTAMENTO SESSUALE
L'orientamento sessuale è una espressione che si usa per descrivere l’attrazione sessuale, emotiva e sentimentale di qualcuno nei confronti di qualcun altro. A seconda dell’orientamento sessuale gli individui possono essere classificati in eterosessuali, bisessuali o omosessuali.
IDENTITA’ DI GENERE
L'identità di genere è il modo in cui un individuo percepisce il proprio genere nel corso del tempo: questa consapevolezza interiore porta a dire "io sono maschio" o "io sono femmina".
Le ricerche evidenziano che l’identità di genere ha origine biologiche e che i fattori ormonali intervengono al momento delle gestazione. Successivamente l’identità di genere viene influenzata dall’ambiente sociale e culturale in cui nasce il bambino o la bambina.
RUOLO DI GENERE
Il ruolo di genere è invece una serie di norme comportamentali associate ai maschi e alle femmine, che un dato ambiente sociale e culturale trasmette attraverso una comune idea condivisa su come un uomo o una donna si dovrebbe comportare in un determinato contesto.
Il DISTURBO DELL’IDENTITA’ DI GENERE
Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders IV (DSM IV), i Disturbi dell'Identità di Genere sono caratterizzati da intensa e persistente identificazione col sesso opposto, associata a persistente malessere riguardante la propria assegnazione sessuale.

Washington A sparargli fu un compagno di classe, infastidito dai suoi modi effeminati

Ucciso a scuola perché gay Larry, nuova icona della tolleranza
Aveva 15 anni. La comunità omosessuale gli dedica la «giornata del silenzio»L' allarme: secondo un sondaggio, il 64 per cento degli studenti gay subisce provocazioni verbali e fisiche
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON - Sull' uniforme della scuola, pantaloni blu e camicia bianca, Larry King amava indossare stivaletti fucsia con un tacco di 9 centimetri. Portava gli orecchini, metteva rossetto e mascara, si laccava le unghie. Larry aveva 15 anni ed era gay. Non faceva nulla per nasconderlo. E poco sembrava importargli dei lazzi, delle battute e delle ingiurie, dei tovaglioli bagnati che volavano al suo passaggio nei corridoi, nelle aule o nelle toilette della E.O. Green Junior High School di Oxnard, una cittadina di 60 mila abitanti in California. Larry rispondeva a tono. Provava a mettere in imbarazzo quelli che lo insultavano, facendo battute caustiche. Brandon McInerney, 14 anni, era tra i più accaniti nel dileggio anti-gay di Larry. Ma invece di arrabbiarsi, King gli aveva detto che lui gli piaceva. E molto. Anzi, pochi giorni prima del 14 febbraio gli aveva chiesto: «Do you want to be my Valentine?». Il 12 febbraio, mentre Larry King lavorava al computer nel laboratorio della scuola, Brandon gli è arrivato alle spalle, ha tirato fuori una pistola e gli ha sparato un colpo alla testa. È morto due giorni dopo. Incriminato per omicidio premeditato, con l' aggravante di aver agito spinto dalla tendenza sessuale della vittima, Brandon McInerney rischia ora l' ergastolo. Il suo delitto ha sconvolto genitori, insegnanti e studenti di tutto il Paese. Ma soprattutto ha riaperto una polemica nazionale sulla scarsa attenzione che le scuole americane dedicano al problema della tolleranza fra gli studenti, la mancanza di programmi specifici e l' assenza di regole che proibiscano esplicitamente il bullismo o l' harassement basati sull' orientamento sessuale. Quello di King non è il primo caso del genere. La memoria è subito andata a quello di Matthew Shepard, lo studente del Wyoming ucciso da due coetanei perché gay. O più indietro nel tempo, di Brandon Teena, il transessuale del Nebraska massacrato nel 1994 perché non testimoniasse al processo contro i suoi stupratori, la cui vicenda ispirò il film «Boys don' t cry». La comunità gay è in allarme, preoccupata che il caso di Larry sia la conseguenza estrema di un fenomeno crescente ma spesso ignorato. Un' indagine del 2005, condotta dal gruppo di auto-difesa Gay, Lesbian and Straight Education Network, ha rivelato che il 64% degli studenti e studentesse omosessuali è oggetto di provocazione verbale e fisica a scuola e che il 30% di loro ha perso almeno un giorno di lezioni nel mese precedente, preoccupati della propria incolumità. Il gruppo ha deciso di dedicare a Larry una «giornata del silenzio» il 25 aprile prossimo. «Larry non era un cittadino di seconda classe, come io non una cittadina di seconda classe», ha detto nel suo popolarissimo talk-show Ellen De Generes, comica e gay dichiarata. Secondo Carolyn Laub, direttore dello Straigh Education Network, «con sempre più studenti che riconoscono prima la loro identità sessuale, le nostre scuole devono porsi il problema di insegnare il rispetto della diversità basata sul genere e sulla tendenza sessuale, la morte di Larry deve servirci da monito». Mentre i club per gay, lesbiche e bisessuali sono in crescita nelle scuole superiori americane, 650 soltanto in California, nelle medie il fenomeno è ancora poco conosciuto e incoraggiato, «Larry King aveva una voce straordinaria, avrebbe cantato l' inno nazionale all' apertura della stagione di baseball», ha raccontato Avery Laskey, 13 anni, un' amica dai tempi della scuola elementare. Quanto a McInerney, si sa che amava le arti marziali e si era arruolato negli Young Marines. * * * L' omicidio Quindici anni Sopra, una foto di Larry King scattata a Natale del 2006: l' immagine è sul sito www. rememberlarry.com in cui è raccontata la storia dello studente Con il padre Larry da bambino al mare, stretto fra le braccia di papà. Il ragazzo amava vestire in modo femminile: rossetto, mascara, unghie laccate. Proprio questo suo comportamento ha scatenato la follia di un compagno di scuola, Brandon McInerney che gli ha sparato un colpo di pistola alla testa, mentre Larry lavorava al computer nel laboratorio della scuola, la E.O. Green Junior High School di Oxnard, 60 mila abitanti in California. Ora lo studente omicida rischia l' ergastolo, mentre King è diventata la nuova icona di quanti lottano contro ogni forma di discriminazione, anche sessuale, all' interno della scuola.
Valentino Paolo
Pagina 25
(31 marzo 2008) - Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/31/Ucciso_scuola_perche_gay_Larry_co_9_080331015.shtml