lunedì 18 agosto 2008

Progetti di Pratika

Sul sito www.pratika.net trovate tutte le informazioni sui progetti e percorsi di formazione, i corsi riconosciuti, i corsi finanziati e tutte le attività organizzate e gestite dall'associazione Pratika. Attraverso la newsletter tutti gli iscritti sono regolarmente aggiornati e informati dei percorsi in partenza. Per quello che riguarda il progetto Homofobicus?! No, homosapiens! sono in programma grandi novità e la riproposizione del percorso in tutto il territorio provinciale di Arezzo e in Toscana.
A breve altre informazioni, nel frattempo vi invitiamo a iscrivervi alla newsletter e di richiederci informazioni allo 0575 380468 e info@pratika.net

martedì 29 luglio 2008

Usa, i gay contro la Nike: «Spot omofobico»

Nel mirino della comunità una reclame in cui due giocatori di basket sembrano impegnati in una fellatio
SAN FRANCISCO (Stati Uniti) - La Nike ha deciso di ritirare una pubblicità per le scarpe di basket, dopo che un cartellone che la riproduceva è stato ritenuto offensivo dalla comunità gay di San Francisco, la città della California in cui gli omosessuali sono particolarmente attivi.
FELLATIO SOTTO CANESTRO - La Nike omofobica? Questa è l'accusa che gli attivisti omosessuali hanno rivolto alla più famosa società di scarpe e abbigliamento sportivo del mondo, dopo l'uscita dei nuovi cartelloni pubblicitari ora ritirati. Nella pubblicità incriminata, realizzata in occasione dell' uscita di uno nuovo modello di scarpe, le Hyperdunk, si indovina la faccia di un giocatore di basket tra le gambe di un suo avversario, mentre schiaccia il pallone. Forse un pò esagerando, l'immagine è stata giudicato un riflesso dell'implacabile omofobia degli eterosessuali, perchè potrebbe far pensare ad un atto di fellatio. ■ Guarda il manifesto contestato
CARTELLONI E STREETBALL - I cartelloni erano apparsi nei giorni scorsi in molte strade tra San Francisco e New York, in particolare nei quartieri «cult» dello streetball, cioè basket in strada, come Harlem, lo storico quartiere nero della Grande Mela. Le prime critiche, però, sono arrivate subito, a partire dal sito web dedicato al costume Gawker.com, uno dei più popolari negli Usa, che non ha esitato a prendere in giro i gay americani chiedendosi se non siano «baskettofobi». «L'intenzione della pubblicità non è di offendere gli omosessuali, ma si riferisce puramente al basket, con il gesto tipico gesto sportivo di schiacciare la palla contro l'avversario» ha spiegato la Nike alla stampa, dichiarandosi stupita dalla reazione decisamente esagerata dei gay americani.
28 luglio 2008
ultima modifica: 29 luglio 2008

Calci in «gay street» Aggredita una lesbica

ROMA - Bersagliata all' ultimo Gay Pride - che satireggiava sul suo «periodo-showgirl» con relative foto osé - la ministra delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, è la prima a intervenire, ferma nella condanna e inequivocabile nella sostanza: «Odioso episodio di razzismo. Il proprio orientamento sessuale non può in alcun modo essere bersaglio di violenze e discriminazioni». Una manciata di minuti dopo, ecco anche il sindaco di centrodestra Gianni Alemanno: «Una ferma condanna contro ogni violenza ai danni della comunità gay e lesbica». Solidarietà per R.D.U. che, aggredita sabato notte ha reso pubblica ieri la sua vicenda. Materialmente eseguito in via Appia, l' agguato nasce però nella gay street romana. La ragazza lavora infatti nello storico pub-pizzeria «Coming out» (che tentarono di incendiare nel febbraio scorso), lungo la via di locali e meeting gay-lesbo nei pressi del Colosseo. Strada assai più breve - poche decine di metri - delle polemiche che la accompagnano, specie ora con la proposta di pedonalizzarla. A tale proposito, sorpresa: il centrodestra sarebbe neutrale se non favorevole. «Gay street? non lo escludo» ha appena detto l' assessore An alla cultura Umberto Croppi, mentre il presidente del municipio Orlando Corsetti(centrosinistra) è decisamente contrario. Sabato notte l' aggressore ha subito issato la bandiera omofoba e intollerante, racconta la ragazza: «Ero scesa dal bus e ho avuto la sensazione che qualcuno mi seguisse. Poi ho sentito gridare: "gay di m...a!"». Afferrata al collo, stretta alle spalle e immobilizzata la ragazza è stata pestata (varie contusioni secondo il referto del San Giovanni), scambiata forse per un omosessuale. «Sono una donna, fermati!» dice di aver gridato. L' aggressore se n' è andato lasciandola sul marciapiede. «Ennesimo violento attacco alle persone lesbiche e gay - secondo Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma -. Tutta la nostra solidarietà».

Sacchettoni Ilaria
24 luglio 2008 - Corriere della Sera

venerdì 27 giugno 2008

Spot con papà gay censurato Proteste contro la Heinz

L' azienda della signora Kerry sotto accusa: omofobiA provocare il ritiro della pubblicità l' iniziativa di 205 spettatori turbati dalla scena finale del bacio fra genitori dello stesso sesso *** GUARDA lo spot della maionese Heinz su www.corriere.it
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - Lo si potrebbe definire un caso di «maionese impazzita»: Heinz, la multinazionale americana famosa per le salse, ha deciso di ritirare uno spot centrato su due uomini che si baciano sulle labbra. La scena gay aveva turbato 205 telespettatori britannici che si erano rivolti alla Commissione di controllo della pubblicità. «Chiediamo scusa se qualcuno si è sentito offeso, volevamo solo scherzare», ha detto martedì il portavoce della società annunciando la fine immediata della campagna. Tutto risolto? Al contrario: ora è insorta Stonewall, associazione che difende i diritti di gay, lesbiche e bisessuali nel Regno. «Siamo scioccati che un filmato innocuo sia stato ritirato così: abbiamo ricevuto centinaia di chiamate di sostenitori sconvolti per questo atteggiamento omofobico. Abbiamo deciso di lanciare un boicottaggio dei prodotti Heinz». A questo punto la faccenda si complica sotto l' aspetto commerciale, perché si calcola che i cittadini britannici di orientamento omosessuale siano non meno di 3,6 milioni e le aziende del Regno fanno a gara per mostrarsi aperte e progressiste e attirare quelle che si chiamano pink pounds, le sterline rosa. Stonewall è così potente e rispettata che recentemente la Raf, in crisi di personale, ha negoziato un contratto con l' organizzazione per superare la crisi di vocazioni e trovare reclute. E per mostrarsi al passo con i tempi le forze armate hanno concesso ai militari di partecipare in divisa alle parate del Gay Pride. Lo spot è andato in onda sulle tv britanniche (non sulla Bbc che non trasmette pubblicità commerciale) per una settimana. Presentava una scenetta casalinga: un' allegra famigliola che fa colazione al mattino, i bambini che mettono nello zainetto i sandwich per la colazione a scuola, naturalmente spalmati con un abbondante strato di maionese. Il ruolo della mamma però è affidato a uno chef con classico cappello e grembiule. Finito il rito del breakfast il padre saluta: «A stasera, amore». Mamma-chef si risente: «Non stai dimenticando qualcosa?». Papà capisce, torna indietro e stampa un bacio sulle labbra del partner. Conclusione: «Ti amo, torna diritto a casa dall' ufficio, dolcezza». Le 205 segnalazioni di protesta avevano definito lo spot «offensivo e inadatto alla visione dei bambini». La Heinz ha bloccato la campagna e chiesto scusa. Lo spot aveva già avuto un lancio travagliato: proibita la programmazione nelle fasce orarie «protette», quelle in cui si presume che i bambini possano essere di fronte alla tv. Non per il messaggio gay, ma perché la maionese è ricca di grassi e la Gran Bretagna sta combattendo una grande battaglia di retroguardia sul fronte dell' obesità. «Di questo dovrebbero preoccuparsi, del fatto che producono alimenti malsani, non di mostrare la realtà omosessuale», ha osservato con una certa ironia Stonewall. Una petizione online lanciata da pinknews.co.uk ha raccolto 1300 firme in 12 ore sotto il testo: «Heinz ha preferito i clienti omofobi rispetto a quelli che pensano liberamente». Probabilmente i creativi della Heinz in queste ore staranno sudando nel tentativo di miscelare meglio la loro maionese impazzita. * * * L' ereditiera del ketchup L' ereditiera Teresa Heinz, nata in Mozambico 70 anni fa, sposò in prime nozze il senatore repubblicano John Heinz, della omonima società alimentare. Rimasta vedova, nel 1995 si risposò con John Kerry, sfidante di Bush * * * Omosessuali illustri
Santevecchi Guido
(26 giugno 2008)
Corriere della Sera

Lettera di minacce all'Arcigay:"Si sta abbattendo ondata di omofobia"

Mentre per il prossimo sabato si stanno ultimando i preparativi per la parata del Gay Pride, la cui madrina sarà la scienziata Margherita Hack, il presidente nazionale dell'Arcigay si dice preoccupato di questo avvertimento

Bologna, 24 giugno 2008 - Il colorato mondo omosessuale si prepara a sfilare per le strade di Bologna, che sabato ospitera' l'edizione 2008 del Pride. Intanto i vertici nazionali del movimento annunciano per il 18 e 19 ottobre una celebrazione pubblica di "matrimoni" in tutta Italia, primo atto dell'istituzione del registro delle coppie gay, lesbiche e trans.
Si parte con un elenco di 53 citta', con l'obiettivo di estendere l'iniziativa a un'ottantina di capoluoghi. La campagna inizia, dunque, in occasione del Pride e mira ad individuare in ogni citta' la sede in cui verra' depositato il registro provinciale: un comitato nazionale formato da tre eminenti figure del mondo giuridico, culturale e sociale ne sara' garante e i dati raccolti verranno messi a disposizione degli istituti di ricerca e di statistica, che oggi faticano a fare una fotografica esatta delle unioni omosessuali nel Paese.
Non solo belle notizie, pero', per il Cassero di Bologna, sede dell'Arcigay, dove stamani e' stata recapitata una lettera di minacce, nemmeno troppo velate. "Mi dispiace per voi, ma ho sempre scherzato", si legge nel biglietto scritto al computer, al quale e' stato attaccato un cerotto. "Sul nostro Paese si e' abbattuta un'ondata di omofobia", osserva preoccupato Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, che chiama in causa i ministri del nuovo governo. Non si fa attendere, pero', nemmeno la risposta all'intervento sull'omosessualita' dell'arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra. "Siamo dispiaciuti- dice Marcella Di Folco, leader del Movimento identita' transessuale- perche' noi vogliamo bene al prossimo. Lo invitiamo a venire al Pride- scherza- in mezzo a tanti trans una gonna in piu' non fa male. Siamo disponibili a dialogare con la Chiesa, ma i nostri sentimenti non sono negoziabili".

venerdì 20 giugno 2008

La politica comunitaria contro le discriminazioni

Il segretario nazionale dell' Arcigay «Meglio così Tutti capiranno che non siamo contro natura»

MILANO - «Sono molto onorato di avere un cervello uguale a quello delle donne». Aurelio Mancuso, segretario nazionale dell' Arcigay spiega perché: «Il genere femminile si caratterizza per la spiccata intelligenza e la resistenza alla fatica. Se la ricerca svedese sarà confermata, non posso che essere felice». Poi Mancuso si fa serio: «Come già dimostrato dall' Organizzazione mondiale della sanità, anche questo studio non fa altro che ribadire quanto si sapeva, l' omosessualità è innata negli esseri umani». L' affondo polemico: «Ancora una volta viene smentita la Chiesa che afferma che noi omosessuali siamo persone contro natura». Però, il gay con il cervello da donna si presta alle battute da avanspettacolo: «Pregiudizi culturali. Posso rassicurare tutti, sono grande e grosso, per niente femmineo nella gestualità o nel vestire. Semplicemente, sono un omosessuale».
Rizzo Roberto
(17 giugno 2008)
Corriere della Sera

La ricerca. Omosessuali per natura o per scelta? Una risposta da Stoccolma. Studiato il «cervello gay» È simile a quello delle donne

MILANO - Dopo il gene gay, ecco il cervello omosex: gli uomini omosessuali condividono con le donne etero caratteristiche cerebrali simili. Stesso discorso per le lesbiche: i loro due emisferi assomigliano più a quelli di un uomo che di una donna etero. E si riapre così il dibattito fra chi sostiene che l' omosessualità è una questione puramente biologica e chi invece la interpreta come il prodotto di un condizionamento ambientale. La nuova ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica Pnas, parla in generale di forma del cervello e, in particolare, di una sua zona, l' amigdala, legata alle emozioni e all' umore. Così, secondo un gruppo di ricercatori svedesi dello Stockholm Brain Institute, il cervello delle donne omosessuali e degli uomini etero è leggermente asimmetrico, con l' emisfero di destra lievemente più largo di quello di sinistra, mentre il cervello di uomini omosessuali e donne etero non lo è. Non contenti, poi, di aver sottoposto 90 volontari alla risonanza magnetica per ottenere questi risultati (l' esame permette di «fotografare» con estrema precisione un organo), Ivanka Savic e Per Lindstrom hanno pensato anche di ricorrere alla Pet (la tomografia a emissione di positroni che invece consente di vedere il funzionamento di un organo) per valutare l' amigdala, una piccola zona del cervello che è coinvolta nelle reazioni allo stress. E hanno dimostrato che gay e donne etero condividono lo stesso tipo di organizzazione dei collegamenti fra neuroni, così come lesbiche e uomini etero ne condividono altri, il che potrebbe spiegare come i gay siano emotivamente più simili alle donne. Se però queste differenze siano responsabili dell' orientamento sessuale o ne siano la conseguenza è ancora tutto da verificare. E le numerose ricerche condotte fino a oggi non sono mai riuscite a dimostrare definitivamente una vera diversità biologica fra omosessuali ed eterosessuali. Nel 1993 aveva fatto scalpore uno studio pubblicato su una rivista di tutto rispetto, l' americana Science, a firma di Dean Hamer, secondo il quale esisteva un gene dell' omosessualità, ma nessuno lo ha poi confermato. Due anni prima un altro ricercatore, Simon LeVay ( che ha poi scritto il libro «Sexual brain», il cervello sessuale) aveva sostenuto che gay e donne presentavano una certa area del cervello più piccola rispetto agli uomini etero e aveva scatenato polemiche a non finire. Oggi la maggior parte degli scienziati pensa che alla base di molti comportamenti umani (compreso quello sessuale) esista un fattore biologico (forse anche genetico), sul quale poi interviene l' ambiente sia fisico, che culturale. Gli stessi ricercatori svedesi si chiedono se le differenze fra i due emisferi cerebrali abbiano origine già nell' utero o si sviluppino poi dopo la nascita e alla fine concludono che probabilmente l' ambiente uterino prima e l' ambiente in cui poi vive il bambino abbiano entrambi la loro influenza. Del resto c' è anche chi ha ipotizzato che i gay raramente sono figli unici, ma più spesso sono secondogeniti (per questi ultimi la probabilità di essere omosessuali è del 30 per cento) o terzogeniti (in questo caso la probabilità aumenta ancora): sarebbe lo stesso organismo materno a «difendersi» contro i maschi, creando condizioni «femminilizzanti».
Bazzi Adriana
(17 giugno 2008)
Corriere della Sera

venerdì 13 giugno 2008

A quando la legge sull'omofobia?

Sul treno Napoli- Sorrento
Picchiati a sangue perché omosessuali

MILANO - Li hanno pestati a sangue perché gay, o ritenuti tali. È accaduto l' altra sera su un treno della Circumvesuviana della linea Napoli-Sorrento, all' altezza di Portici, nel Napoletano. Due giovani di 24 e di 27 anni sono finiti in ospedale per le botte subite e uno di loro rischia il distacco della retina. Una decina di ragazzi ventenni li ha presi di mira. Prima le invettive, poi calci e pugni in pieno volto. «I due giovani napoletani hanno sporto denuncia, sono in corso le indagini», fa sapere Aurelio Mancuso, presidente dell' Arcigay. «L' odio verso gli omosessuali è stato l' elemento scatenante della violenza prodotta dal branco, così come è già avvenuto di recente in altre città italiane». Per Barbara Pollastrini, del Pd, «è urgente approvare in Parlamento, oltre le norme contro lo stalking, la legge contro l' omofobia».

(8 giugno 2008)
Corriere della Sera

Il film "Improvvisamente l' inverno scorso" alla Camera

A Montecitorio La pd Concia e la proiezione della pellicola pro Dico: sì da Buttiglione e Bertolini, spero nel ministro
Film gay alla Camera. «Venga la Carfagna»

ROMA - «Dunque, verrà sicuramente Gennaro Malgieri. Rocco Buttiglione mi ha assicurato che farà di tutto per poter passare. Chiara Moroni e Isabella Bertolini mi hanno detto di sì. L' invito è arrivato al ministro Mara Carfagna, la vedrò martedì e spero di convincerla a venire». Chi conosce la deputata pd Anna Paola Concia («unica lesbica, almeno dichiarata, del Parlamento») sa bene che difficilmente lascia la presa, soprattutto quando si tratta di una scommessa personale. Per esempio mostrare al centrodestra del nuovo governo un film con la storia di una coppia gay che, nel febbraio 2007, quindi al tempo dell' approvazione dei Dico, scopre un' Italia spaccata a metà sui diritti degli omosessuali e dei conviventi. Ci sarà anche il centrosinistra: Paola Binetti, Vincenzo Vita, Gianni Cuperlo, Marina Sereni, tutti confermati. L' idea di proiettare il 12 giugno alle 17 nella sala delle Colonne alla Camera (quindi sede istituzionalissima) il film «Improvvisamente l' inverno scorso» di Gustav Hofer e Luca Ragazzi (voce narrante di Veronica Pivetti) è proprio della Concia. La coppia omosessuale è quella formata da otto anni dai due giovani registi: un racconto autobiografico che diventa manifesto sociale e politico. Ovvero cronaca di un amore omo che intende strutturarsi legalmente ai tempi del governo Prodi. Il successo internazionale è stato ampio: prima il festival di Berlino a febbraio poi, in questi giorni, la partecipazione al Brooklyn Film Festival e al New Fest, la raffinata rassegna di tematiche omosessuali di New York. Spiega Concia: «Il tema dei diritti civili non è di destra né di sinistra. Così come una evidente omofobia è politicamente trasversale. Quindi è bene mostrare alla destra oggi al governo un film che racconta la vita quotidiana di due persone "normali" e omosessuali che vogliono ottenere i loro diritti. Su questo terreno ci siamo scannati per anni, col centrodestra. Mi sembra arrivato il tempo di ragionare e di confrontarsi». Una pausa: «Adesso che ci penso devo chiamare Carlo Giovanardi. Sono sicura che accetterà». Capirà, il centrodestra? «Noi siamo soggetti senza diritti. Loro sono al potere. Basta conoscere i problemi de-ideologizzandoli. A questo serve la proiezione: cosa c' è di ideologico nella ricerca di un diritto?» Parlano da New York i due registi del film. Dice Gustav Hofer: «Col risultato elettorale, la tematica del film rimane fuori dal Parlamento. Dopo le dichiarazioni della Carfagna si è capito che circola una grande ignoranza sulle unioni di fatto e su quelle omosessuali. Purtroppo un lavoro di informazione appare ancora molto necessario. Sono in tanti a non sapere che l' Italia è rimasto l' unico Paese europeo a non applicare una direttiva comunitaria sulle convivenze anche omosessuali. Grecia e Austria, anche loro ultimi, stanno legiferando». Aggiunge Luca Ragazzi: «Molti eterosessuali, grazie al nostro film, scoprono cosa significhi non avere diritti per loro assolutamente banali ed elementari. Non ci illudiamo che la semplice proiezione del nostro film possa modificare una mentalità. Ma sicuramente sarà un contributo per riaprire il dibattito». Già la locandina lo sarà: l' invito alla Camera mostra i due registi in una classica posa da fidanzati, con le teste vicine in una piscina estiva. Si attendono reazioni già al cartoncino che chiede conferma per la prenotazione posti.

Conti Paolo
(7 giugno 2008)
Corriere della Sera

venerdì 6 giugno 2008

La «vendetta» del Gay Pride: drag queen vestite come la Carfagna

Dopo il mancato patrocinio, «carro monografico» sul passato sexy. Lei: sono sobria, loro non lo saranno mai
ROMA — A 24 ore dal Pride di Roma — partenza domani alle 16 in piazza della Repubblica — la comunità gay affila le armi dell'ironia. E punta l'obiettivo sul ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna che ha negato il patrocinio al corteo (patrocinio non concesso nemmeno dal sindaco Gianni Alemanno). La ministra chiede sobrietà? «Sarà accontentata, eccome», annunciano con un sorriso dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, organizzatore del Pride. Circolo che ieri ha ufficializzato la notizia di un carro monografico dedicato proprio alla Carfagna, non però in versione ministeriale, bensì in quella da sexy-calendario di qualche tempo fa (il riferimento è alle foto osé del ministro finite sulla stampa di mezzo mondo all'indomani del suo giuramento).
Pronta e spiritosa la replica del ministro Carfagna, che ieri ha parato il colpo, per niente inatteso: «Iniziativa simpatica, ma scontata — ha detto —. Quello è il mio passato e mi farebbe piacere se tale mancanza di sobrietà non fosse il loro presente e, forse e purtroppo, il loro futuro. Se anche loro lasciassero alle spalle le esibizioni sarebbe molto più facile dialogare». «Alla parata Roma sarà invasa da 20 carri allegorici delle associazioni glbt (gay, lesbiche, bisessuali, transgender)», recitava il comunicato del Mieli di ieri. E fin qui tutto nella norma. Poi, la novità-Carfagna, giunta dopo le polemiche per la mancata concessione di piazza San Giovanni alla chiusura del corteo, decisa in extremis per la
Mara Carfagna (Lapresse)concomitanza di un coro dentro la Basilica (ieri sul tema un attivista gay ha scritto al presidente della Repubblica giudicando il ritiro «un fatto grave, che mette a rischio la tenuta democratica del Paese»). «Ad aprire la parata — proseguiva la nota del Mieli — sarà il pullman a due piani fucsia del comitato Roma Pride, con a bordo la madrina Rita Rusic e altre personalità del mondo gay, tra cui Franco Grillini e Vladimir Luxuria. Seguirà il carro del Circolo Mieli-Muccassassina, che si intitolerà Sobrietà, autopatrocinato dal calendario di Mara Carfagna».
L'«autopatrocinio » è, va da sé, un'iperbole sarcastica (e un pool composto dai più celebri travestiti della capitale, trapela, è al lavoro «per la migliore interpretazione della «Mara desnuda »). «Il Mieli ha fatto suo l'invito della Carfagna alla sobrietà — è stato spiegato — e ligio alle richieste del ministro ha deciso di seguirne le orme. Saranno presenti sul carro, in omaggio a ogni mese del famoso calendario, drag queens e gogo boys, elegantemente svestiti con gli stessi indumenti che la Carfagna indossava non molto tempo fa. Il carro rappresenterà una prigione dove gay, lesbiche e trans sono imprigionati e tenuti lontani dai diritti. Guardiane di questa prigione saranno le emule della Carfagna».
Edoardo Sassi
06 giugno 2008

Se la diversità sessuale aiuta la democrazia

Qualcuno sembra averlo dimenticato, ma molti lo ricordano con dolore, perché ci sono ferite che non si chiudono mai: appena trent' anni fa, essere omosessuale a Cuba era motivo sufficiente per meritare il castigo dell' interruzione degli studi universitari, o per essere espulso da un posto di lavoro a contatto diretto con «il pubblico». Qualche anno prima, decine di omosessuali erano stati rinchiusi nei campi di lavoro «rieducativi». Sono troppe e sempre sordide le storie (e le ferite) che quella politica discriminatoria, sostenuta da una vecchia tradizione machista e dalle esigenze della nuova ortodossia socialista, ha lasciato nella società e nella vita dei cubani. Ma adesso, in diverse città dell' isola, si è appena celebrata una festa nazionale per la Giornata Internazionale contro l' Omofobia, una specie di incontro dell' orgoglio gay, con conferenze, spettacoli di trasformisti (travestiti), presentazioni di libri, film, opere teatrali e... i sempre più diffusi commenti sulle future riforme legali e costituzionali destinate ad aprire i sentieri ancora angusti verso le operazioni di cambio di sesso, e che permetterebbero alle coppie omosessuali di celebrare matrimoni civili e addirittura di adottare dei figli; una cosa assai poco comune a Cuba, anche per le coppie eterosessuali. Quando si parla dei cambiamenti che stanno avvenendo o che dovrebbero avvenire, o si fanno congetture sui cambiamenti che avverranno in quest' isola socialista dei Caraibi, in genere si pensa ad una svolta economica e politica, che alcuni analisti vedono perfino come un' apertura verso l' economia di mercato e addirittura come una modifica totale del sistema. Ma parallelamente e talvolta al margine delle trasformazioni che si sono prodotte negli ultimi mesi e di quelle che si pensa possano avvenire, a Cuba si sta producendo una profonda mutazione nella mentalità collettiva, a volte meno visibile ma senza dubbio fondamentale per il presente e il futuro della nazione. In un Paese in cui l' uniformità di pensiero è stata forgiata e promossa da tutte le strutture e le istituzioni di un onnipresente stato socialista, la presenza di spazi per affermare che «la diversità è la norma» (secondo lo slogan adottato a livello nazionale per la Giornata Internazionale contro l' Omofobia) rappresenta un notevole cambiamento sociale e politico, oltre ad una constatazione dei nuovi cammini che la società cubana sta percorrendo. La complessa diversità sessuale, in un Paese tradizionalmente machista e nel quale l' omosessualità è stata tra l' altro per molti anni uno stigma politico, può dunque essere letta come il riconoscimento della possibilità di accettare altre diversità, anch' esse necessarie e reclamate da una parte del tessuto sociale. Forse, e non a torto, si potrebbe pensare che il fatto di ammettere la diversità sessuale è e deve essere sempre una scelta individuale e che, perciò, non determina in nessun modo l' essenza di una società nella quale, per altro, questa diversità già esiste, ed è stata persino adottata apertamente da molti dei suoi membri (ma bisogna anche ricordare che il caso di Cuba non ha niente a che vedere con i violenti casi del Brasile o del Messico, dove l' omofobia produce decine di omicidi di omosessuali). Ma allora bisognerebbe ricordare ciò che è accaduto in passato con il fenomeno dell' omosessualità, e ciò che significa per gli schemi ideologici del sistema cubano l' accettazione di questa convivenza prima giudicata trasgressiva. Ci sono altri spazi in cui, anche senza slogan e celebrazioni, si manifesta la diversità sociale cubana di oggi. Forse il più visibile è il mondo della cultura, dove a partire dallo scorso decennio (gli anni in cui è uscito il film Fragola e Cioccolato, una storia sull' intransigenza sessuale e politica) convivono le visioni e le interpretazioni più diverse sulla realtà cubana, che in alcuni casi subiscono la censura, in molti altri casi la schivano, ma esistono e si estendono come sguardi alternativi sui fenomeni sociali. Quando quasi un anno fa la società cubana è stata chiamata a pensare e ad esprimere senza timore le proprie preoccupazioni, idee e proposte su molteplici aspetti della vita nazionale, si è liberato un impulso tellurico che ha attraversato il Paese, rivelando la presenza di una diversità di pensiero e di aspettative in una nazione apparentemente omogenea e uniforme. A quanto pare, il ritardo per ragioni economiche o per decisioni politiche di alternative economiche, sociali e individuali, non ha portato alla loro scomparsa nelle aspettative di molti cubani, ed è bastato appena convocarle perché emergessero, in tutta la loro diversità. Per la sua stessa storia e formazione, Cuba è sempre stata un Paese eterogeneo e diverso. Forse sono state proprio queste condizioni che, malgrado l' uniformità, ci hanno salvato da molti dei più dolorosi estremi dell' ortodossia manifestata dal socialismo reale in Europa e in Asia. Altri, come l' omofobia istituzionalizzata, o la pretesa di creare un realismo socialista tropicale, hanno invece lasciato il segno. Ma adesso, dopo aver convocato la diversità, e dopo averla accettata come norma, forse il sistema sociale cubano sta avanzando verso una complessità sociale e persino economica più aperta, verso un ventaglio di possibili scelte individuali molto più libero e soddisfacente. Ips Traduzione di Francesca Buffo


Padura Fuentes Leonardo
(2 giugno 2008)
Corriere della Sera

Roma, giovane conduttore aggredito e minacciato perché gay

ROMA - Christian Floris, 24 anni, conduttore di punta del portale DeeGay.it, è stato aggredito la scorsa notte a Roma mentre rincasava. Due persone gli hanno sbattuto la testa contro il muro minacciandolo perché si occupa di tematiche legate al mondo dell'omosessualità e gli hanno intimato di smetterla. Il giovane, che è stato portato all'ospedale dove è stato giudicato guaribile in sette giorni, ha sporto denuncia contro ignoti. E dopo il raid neonazista al Pigneto, Floris ha parlato di "correlazioni" tra i due fatti. "Credo che sia la stessa corrente di persone, che oltre ad aver aggredito me e di infondere terrore nel mondo omosessuale, si sia ora concentrato sugli extracomunitari - ha affermato - La mia convinzione - proprio guardando le immagini televisive e ascoltando le dichiarazioni rilasciate sul posto da testimoni, è che gli aggressori appartengano alla stessa matrice". DeeGay.it è un portale che co-produce una trasmissione con Radio Città Futura, Eco tv e Nessuno tv.

(24 maggio 2008)

venerdì 23 maggio 2008

Arcigay: «La Carfagna fa battute da bar»

Grillini: «Destra italiana è omofoba». I registi Hofer e Ragazzi: «Il ministro guardi il nostro film sui Dico»

ROMA - Mara Carfagna non darà il patrocinio al Gay Pride. «Per il governo gli omosessuali non sono discriminati» spiega senza esitazioni il ministro per le Pari opportunità. Provocando la dura reazione dell'Arcigay. «Come fa il ministro Carfagna a sostenere che non esistono discriminazioni sui luoghi di lavoro per le persone omosessuali?» si chiede il presidente nazionale Aurelio Mancuso. «Saremmo tanto curiosi di sapere quali sono i gay che la Carfagna dice di conoscere e in quale mondo ella vive - attacca Mancuso - perché ci pare che abbia una percezione della realtà del tutto distorta». Un ministro, secondo il presidente nazionale dell'Arcigay, non si occupa dei singoli casi di discriminazione, ma di scrivere una legge perché tutte le discriminazioni siano evitate. Arcigay chiede quindi un incontro alla Carfagna «affinchè possa distaccarsi dal mondo delle favole e ritornare tra i comuni mortali, che hanno bisogno di risposte concrete, non di consunte e provocatorie esternazioni sui giornali. Per questo sarebbe bene che un principe la baci e la svegli».
«IL MINISTRO SPARA A ZERO» - Non è morbido nei confronti della Carfagna neanche il leader storico dell'Arcigay, Franco Grillini, secondo il quale quelle del ministro sono «battutacce da bar che confermano quanto la destra italiana sia omofoba e non ami la diversità». «Mi sembra che per il ministro Mara Carfagna sia più facile sparare a zero sul Gay Pride utilizzando i soliti pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni anzichè svolgere una positiva attività di governo» dice Grillini.
«VEDA IL NOSTRO FILM SUI DICO» - «Quanto ha detto il ministro ci fa cadere le braccia» affermano i due registi del film-documentario sui Dico «Improvvisamente l'inverno scorso», Gustav Hofer e Luca Ragazzi, invitando la Carfagna a vedere la loro pellicola al Cinema Politecnico di Roma. Il ministro «si faccia un giro in Europa per constatare che il riconoscimento delle coppie di fatto anche omosessuali è una realtà in quasi tutti i paesi membri .- dicono i due registi -. Si legga la direttiva europea del gennaio 2006 che richiede agli Stati dell'Unione di legiferare quanto prima sul riconoscimento delle coppie di fatto. L'Italia non può continuare a essere il fanalino di coda». «Il nostro film - continuano - dimostra perfettamente che c'è una situazione di discriminazione oggettiva verso le coppie omosessuali dettata dall'ignoranza imperante nel nostro paese. Una coppia come la nostra, insieme da nove anni, non è tutelata dallo stato che pure ci chiede di pagare le tasse come qualsiasi cittadino».

PRO E CONTRO - Pina Picierno, esponente del Pd e ministro ombra delle Politiche giovanili si augura che la Carfagna «ci ripensi e partecipi al Gay Pride» senza farsi «condizionare nella sua attività da visioni manichee e fuori dal tempo». «Complimenti alla ministra Carfagna che, sul Gay Pride previsto per il 28 giungo a Bologna, in un sol colpo è riuscita a sconfessare non solo il mandato del proprio ministero, ma anche i propositi della propria formazione politica» afferma Fabio Evangelisti, vice capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera. Rincara la dose Vladimir Luxuria, esponente della Sinistra arcobaleno: «Questo ministero, con a capo Mara Carfagna, non intende assolvere al compito di dare e garantire pari opportunità. Si tratta quindi di un ministero inutile che di fatto non ci rappresenta». Al contrario, Luca Volontè sostiene il ministro: «Brava Carfagna - dice il deputato dell'Udc -: la sinistra gay chiama diritti i propri privilegi discriminatori verso famiglie ed eterosessuali».LA REPLICA - Nel tardo pomeriggio, arriva la replica del ministro. «Il signor Vladimiro Guadagno - si legge in una nota rivolta a Luxuria - confonde il Ministero per le Pari Opportunità con l'ufficio stampa e propaganda del movimento lgbt. Le Pari Opportunità, a giudizio del ministro pro tempore, riguardano sopratutto le donne lavoratrici e madri, i minori, gli anziani e i portatori di handicap». Se «il signor Guadagno non si sente rappresentato da queste priorità - prosegue la nota del ministero - significa che non ha alcun rispetto per chi è veramente discriminato».

19 maggio 2008

«Gay Pride, niente patrocinio»

Carfagna: per il governo gli omosessuali non sono discriminati

Il ministro Mara Carfagna (Inside)ROMA — Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità, non esita: «Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono, i Gay Pride». Ne sono stati organizzati ben cinque quest'anno di Gay Pride e per quello nazionale (ci sarà il 28 giugno a Bologna) la richiesta ufficiale di patrocinio approderà oggi sulla scrivania di Mara Carfagna. Inutilmente.
Il nuovo ministro per le Pari opportunità non ne vuole sapere delle manifestazioni degli omosessuali: «Hanno obiettivi che non condivido. Io sono pronta ad occuparmi di contrasto alle forme di discriminazione e di violenza. Sono pronta a dare patrocini a seminari e convegni che si occupano di questi problemi». E invece, i Gay Pride, che obiettivo hanno? «Penso che l'unico obiettivo dei Gay Pride sia quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso esser d'accordo ».
I primi due cortei del Gay Pride ci saranno a Roma e a Milano in contemporanea il 7 giugno e per questi gli organizzatori stanno cercando patrocini locali e non del ministero. Ma Mara Carfagna è stata invitata a partecipare un po' a tutti quanti i cortei. Ovviamente non andrà a nessuno.
«Io credo che l'omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare».
È convinta il ministro Carfagna: «Sono pronta ad agire su casi concreti e reali. Qualcuno che mi venga a dire che un omosessuale non è stato assunto per via della sua tendenza. O che sempre per tendenze sessuali venga negato un affitto o qualsiasi altro diritto. Allora sì che intervengo».
Parla anche dei suoi amici il ministro Carfagna: «Sì, i miei amici omosessuali non mi dipingono una realtà così tetra per gli omosessuali del nostro Paese. Per questo, invece, sono pronta a sollecitare il nostro ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite perché si faccia portavoce della richiesta della depenalizzazione universale dell'omosessualità».
Non è, dunque, orientata ad occuparsi dei gay nostrani Mara Carfagna. Nemmeno di quella commissione per i diritti dei gay, delle lesbiche e dei transgender che pure alberga proprio dentro il suo ministero.«Non ho ancora preso bene visione di cosa sia e a cosa possa servire», dice. E poi spiega: «La verità è che una volta verificato a cosa serve credo che la userò per occuparmi anche di altro. Ci sono molti problemi di Pari opportunità. Un esempio? Nei luoghi di lavoro ancora oggi le donne guadagnano il 30% in meno dei loro colleghi pari grado. E questo è o non è un problema serio?».

Non soltanto gay. «Disabili. Anziani. Bambini: ce ne è di problemi di pari opportunità nel nostro Paese», rilancia il ministro Carfagna. E spiega: le associazioni nazionali dei gay dicono che in due anni ci sono stati 12 casi di vittime di violenza omosessuale? Ma hanno presente i dati della violenza e della molestia sessuale sulle donne? Almeno 6-7 milioni ogni anno».
Alessandra Arachi 19 maggio 2008

Mara Carfagna ai gay: "siate più sobri". L'Arcigay: "Ma pensi a Miss Italia..."

Botta e risposta tra il ministro per le Pari opportunità e l'associazione di omosessuali. Sit-in, manifestazioni e feste in 40 città italiane


Roma, 17 maggio 2008 - Occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia, la neo ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna esporime "il convincimento mio personale e delle istituzioni governative che in una società evoluta non c'è spazio per ogni tipo di discriminazione; pertanto anche l'omofobia va contrastata con la forza dell'educazione civica e del rispetto".
"A questo atteggiamento -aggiunge- deve corrispondere la sobrietà delle manifestazioni della comunità omosessuale che non dovrebbe mai scendere nell'esibizionismo e nel folklore".

LA REPLICA DELL'ARCIGAY
L'invito del ministro Mara Carfagna a essere "sobri" e a "non scendere nell'esibizionismo e nel folklore"? "Grazie, ma lo rivolga anche alla Chiesa cattolica che organizza le processioni, e soprattutto a chi promuove i concorsi di bellezza come miss Italia. Li', la Carfagna dovrebbe saperlo, c'e' una grande ostentazione del corpo femminile".

Aurelio Mancuso, presidente nazionale dell'Arcigay, replica cosi' al ministro per le Pari opportunita' che, in una nota, da un lato sostiene che "in una societa' evoluta non c'e' spazio per ogni tipo di discriminazione", e dall'altro sollecita la comunita' omosessuale alla "sobrieta' delle manifestazioni", in occasione della Giornata contro l'omofobia, che ricorre oggi.
Sostenendo che "il buongusto e' una questione soggettiva", il leader dell'Arcigay chiede, invece, al ministro di "rispondere sulle questioni istituzionali che riguardano la nostra comunita', ossia- spiega- sul fatto che, negli due anni, in Italia, ci sono stati 12 omicidi e decine di violenze e minacce. Si prodighi, dunque- prosegue Mancuso- per far si' che anche il nostro Paese si doti di una normativa contro la discriminazione, come e' accaduto in molti paesi europei.

LA MANIFESTAZIOINE
A Verona si tiene oggi la manifestazione piu' importante della Giornata contro l'omofobia, tuttavia l'Arcigay ha promosso in oltre 40 citta' sit in, manifestazioni, proiezioni di film, feste, per ricordare, sottolinea Aurelio Mancuso, che "fermare la violenza contro le persone lgbt, che negli ultimi anni e' aumentata, si puo' e come sempre dipende molto dalla volonta' politica delle istituzioni, ma anche delle grandi organizzazioni sociali italiane".
Pertanto, il presidente dell'Arcigay lancia a sua volta un appello al ministro per le Pari opportunita': "si informi bene sulla comunita' omosessuale prima di parlare e scoprira', con suo grande stupore, che il Gay pride e le iniziative di oggi sono delle feste, nate per gridare al mondo che, dopo secoli di clandestinita', finalmente ogni esponente lgbt puo' essere cio' che e' senza vergognarsi".

GRILLINI: CI DICA COSA FARA'
"La ministra per le pari Opportunità auspica la fine delle discriminazioni (e ciò è un bene) e consiglia al movimento lgbt di manifestare in modo sobrio (sono tanti i consigli in questi giorni ai manifestanti del pride...), ma non ci dice cosa intende fare lei in concreto contro le mumerose e odiose discriminazioni verso le persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) del nostro paese". E' quanto dichiara in una nota Franco Grillini della Costituente socialista.
"Per esempio la ministra - osserva Grillini - potrebbe correggere la brutta legge voluta dal Governo di destra sulle discriminazioni degli omosessuali sui luoghi di lavoro, potrebbe favorire l'approvazione delle norme antiomofobia arenatesi per la fine anticipata della legislaura, potrebbe dirci cosa ne pensa di una legge per le coppie dello stesso sesso nel giorno della sentenza della Corte Suprema della California che consentirà alle coppie gay locali di sposarsi, potrebbe infine dirci cosa intende fare della 'Commissione per i diritti civili' che tutt'ora dovrebbe essere operativa presso il suo ministero."Ministro batta un colpo - conclude Grillini - e ci dica cosa vuole fare in concreto al di la di prediche e sermoni".
17 maggio 2008

venerdì 16 maggio 2008

Nozze gay. Siete d'accordo?

È il secondo Stato americano dopo il Massachusetts
CALIFORNIA:LE NOZZE GAY DIVENTANO LEGALI
La Corte suprema dello Stato ha abolito la legge approvata dagli elettori che vietava le nozze omosessuali

SAN FRANCISCO - I matrimoni gay diventano legali in California. La Corte suprema dello Stato ha infatti abolito la legge approvata dagli elettori che vietava le nozze omosessuali. Il bando era stato votato a maggioranza in un referendum. Con questa sentenza la California diviene il secondo Stato dopo il Massachusettsa rendere legali i matrimoni omosex. La decisione è stata presa dalla Corte suprema a strettissima maggioranza: quattro sono stati i giudici che hanno votato a favore e tre contro.

AZIONE LEGALE - Nella sentenza si afferma che le unioni civili non sono un sostituto accettabile per il matrimonio. «Date le circostanze, non possiamo affermare che il mantenimento della tradizionale definizione di matrimonio sia convincentemente nell'interesse dello Stato», ha detto la corte. «Di conseguenza, dal momento che l'attuale legge dello Stato della California prevede il matrimonio solo per le coppie di sesso opposto, concludiamo che questi statuti sono anti-costituzionali». L'azione legale era stata iniziata dal Comune di San Francisco, una ventina di coppie gay e lesbiche, Equality California e altri gruppi gay nel marzo 2004 dopo il blocco dei matrimoni. Il Comune di San Francisco nel 2004 concesse circa 4 mila licenze di matrimonio a coppie dello stesso sesso prima di venire fermato per legge.

15 maggio 2008(ultima modifica: 16 maggio 2008)

Gay Pride. Bologna

GLI ORGANIZZATORI INVITANO MARA CARFAGNA
E' confermato per il 28 giugno: il corteo partirà alle 15 dai Giardini Margherita e dopo un corteo lungo i viali approderà in Piazza VII agosto. Dalle 22 la manifestazione si trasferirà poi al Parco Nord
Bologna, 15 maggio 2008- È confermato per il 28 giugno a Bologna il Gay Pride 2008: il corteo partirà alle 15 dai Giardini Margherita e dopo un corteo lungo i viali di circonvallazione approderà in Piazza VII agosto, nel centro cittadino, per un primo momento di festa. Dalle 22 la manifestazione si trasferirà poi al Parco Nord, in zona fiera. Prima dell'inizio del corteo, una delegazione degli organizzatori dovrebbe incontrare il sindaco Cofferati.

Gli organizzatori del Gay Pride del 28 giugno a Bologna hanno annunciato, presentando la manifestazione, di aver invitato alla manifestazione del prossimo mese nel capoluogo emiliano il neo-ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna. "In passato le posizioni espresse dall'allora deputata di FI erano a dir poco discutibili - si legge in una nota dei promotori del Gay Pride - ora speriamo che si renda conto del ruolo istituzionale che ricopre e che preso coscienza di ciò cambi decisamente rotta. Questo governo ha affidato proprio a lei il ruolo di tutela verso le discriminazioni e le disparità di trattamento che subiscono donne e uomini in questo Paese, sul posto di lavoro come nei loro atti più quotidiani. Un segnale simbolico di solidarietà e di vicinanza, quale sarebbe il patrocinio ministeriale, allineerebbe questa destra a quella europea".

"Improvvisamente l'inverno scorso"

Tra amore e omofobia, un film dai cenni autobiografici
Roma, 9 Maggio 2008 - Arriva domani al cinema Politecnico Fandango di Roma un film controcorrente rispetto all'atmosfera politica che si è stabilita sull'Italia e sulla capitale. Si tratta del pluripremiato, all'estero, 'Improvvisamente l'inverno scorso', una storia d'amore tra due ragazzi, proprio quella fra gli autori, Gustav Hofer e Luca Ragazzi. Ma è soprattutto la vicenda - ironica, divertita ma anche inquietante - di un viaggio nei pregiudizi di un 'Belpaese' tanto lontano dall'Europa sul tema del riconoscimento dei diritti delle persone.

Il film, molto ben fatto, ha avuto una menzione speciale della giuria al Festival di Berlino, il premio come miglior documentario all'Idemfestival di Cordova, al Festival Internazionale di Bolzano ed è stato già invitato a più di 20 rassegne in tutto il mondo.

Dopo un lungo tour attraverso tutto lo stivale, con 22 tappe, arriva dal 9 maggio al Politecnico Fandango di Roma. A maggio, nel resto del Paese, continua il tour con proiezioni a Ferrara, Firenze, Prato, Grosseto, Pisa, Rovereto, Rimini, Pordenone e Verona.

venerdì 9 maggio 2008

Fiorello-Alemanno, duetto sul Gay pride

Il neosindaco in radio: «Devo capire meglio come funziona». Poi scatta il tormentone dei Village People

Gianni Alemanno ROMA - Come la mettiamo con il Gay pride? «Devo capire meglio come funziona, devo parlarci...»: così Gianni Alemanno è tornato sull'argomento, in un intervento telefonico con «Viva Radio2», all'indomani dell'uscita musicale di Fiorello e Marco Baldini che hanno indirizzato al sindaco di Roma una versione divertente e irriverente di Ymca dei Village People per sensibilizzarlo alla causa degli omosessuali e invitarlo a scendere in piazza con loro.

IL TORMENTONE - «Come ci si sente ad essere il sindaco di Roma?», ha esordito Fiorello. «È un po' strano - ha risposto Alemanno - quando mi chiamano sindaco a volte neanche mi giro...». «Il presidente della provincia Zingaretti è d'accordo sul piano di sicurezza da lei proposto», ha continuato Fiorello. «È vero - lo ha incalzato il sindaco - ha detto tre o quattro volte di essere d'accordo». «È un bel passo per la politica», ha commentato Fiorello, prima di ricantare, insieme a Marco Baldini e al pubblico, il tormentone sul Gay pride ideato l'altro giorno: «Alemanno tu dimmi perché/ Non possiamo sfilare io te/ Forza dai scendi giù/ Con la Giacca e il tutù/ Ed il tricolore. Non lo vedi che maschio che sei/ Tu non sai quanto piaci a noi gay/Se festeggi con noi/ Stai sicuro che poi/ Dopo ti rifai le tette». Il sindaco, divertito, ha accettato di buon grado l'invito di Fiorello a sdrammatizzare sulla vicenda.

L'ARA PACIS - «Quando sposta l'Ara Pacis?», ha chiesto poi Baldini ad Alemanno. La risposta del sindaco: «Vedete tutti quanto è brutta comunque - ha ribadito - non è una priorità. Ci sono da sistemare la sicurezza, le buche, bisogna rendere il Tevere navigabile... Roma deve diventare più ordinata di Parigi». Un'ultima domanda di Fiorello: «Chi è un sindaco che stima?». Alemanno: «Chiamparino a Torino».
08 maggio 2008

Polemiche su Alemanno "Il Gay pride è solo ostentazione"

E il presidente di Arcigay Roma invita il sindaco a partecipare alla manifestazione del 7 giugno: "Per conoscerne da vicino il senso"
di Giovanna Vitale


Il cambio della guardia in Campidoglio rischia di aprire un altro fronte destinato ad allargare la distanza dalla precedente amministrazione di centrosinistra. Dopo l´Ara Pacis e la Festa del Cinema, ieri Gianni Alemanno ha scavato l´ultima trincea sulla questione gay. Scatenando una bufera che non ha però turbato la sua frenetica attività istituzionale: prima ha ribadito che «l´esistenza di Israele non può essere messa in dubbio» partecipando insieme all´ambasciatore Gideon Meir alla presentazione del calendario di manifestazioni in programma per i 60 anni della nascita dello Stato mediorientale; quindi ha lavorato tutto il giorno alla composizione della nuova giunta, nella quale l´ex portavoce nazionale di Forza Italia, Elisabetta Gardini, potrebbe assumere il ruolo di vicesindaco.
(...)
06 maggio 2008
http://roma.repubblica.it/dettaglio/Polemiche-su-Alemanno-Il-Gay-pride-e-solo-ostentazione/1454867

07 Giugno 2008 Gay Pride Roma

venerdì 2 maggio 2008

Bologna orgogliosa 1978-2008 Storia e storie del movimento gay e lesbico attraverso immagini di quegli anni, stampa e filmati d’archivio.

Inaugura giovedì 1 maggio la mostra fotografica che il Centro di Documentazione dedica alla storia e alle storie del movimento gay, lesbico e transessuale bolognese, raccontandone gli eventi politici più importanti e significativi. Un percorso che ha inizio nella prima manifestazione cittadina e nazionale del 1978 - quando i militanti bolognesi erano quelli del ‘Circolo frocialista’- e attraversa gli anni Ottanta delle gaie e creative feste dell’orgoglio in Piazza Maggiore. Tappa privilegiata, naturalmente, gli scatti del corteo che nel 1982 inaugurò il Cassero di Porta Saragozza, prima sede assegnata in Italia da un’Amministrazione Comunale ad un circolo omosessuale.

Per ricostruire il clima politico e sociale che ha fatto da cornice alle manifestazioni e ai Pride bolognesi, completano la mostra una rassegna stampa locale e nazionale dagli anni Sessanta a oggi e un’installazione multimediale che ripropone proiezione di video e filmati d’epoca inediti. La mostra rappresenta l’occasione per valorizzare il patrimonio conservato dal Centro di Documentazione del Cassero (archivio storico e biblioteca pubblica) e vuole essere anche un invito ad arricchire con ulteriori contributi quest’inestimabile raccolta.

Vernissage: giovedì 1 maggio dalle ore 18:30. L’esposizione sarà aperta al pubblico fino all’11 maggio, presso la Galleria Accursio, via Rizzoli – Bologna, dalle 15 alle 20 dal lunedì al venerdì; dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20 il sabato e la domenica. L’accesso ai diversamente abili è assicurato attraverso l’ingresso dell’Urban Center. Per tutte le informazioni: 051.557954 - www.cassero.it/doc - doc@cassero.it

28 giugno 2008 Gay Pride a Bologna

Il 28 giugno 2008 il Gay Pride sfilera’ a Bologna nel centro storico e riempiremo Piazza Maggiore all’inverosimile“, ha dichiarato l’onorevole Franco Grillini. L’annuncio era già stato dato a conclusione del Roma Gay Pride 2007 ma adesso è ufficiale, la manifestazione nazionale dell’orgoglio omosessuale si svolgerà il 28 giugno a Bologna, nel centro storico di Piazza Maggiore.

venerdì 18 aprile 2008

Roma, aggressione omofobica

ROMA - Aggressione omofobica, questo pomeriggio a Roma contro il Circolo di Cultura omosessuale "Mario Mieli" di via Efeso. Lo denuncia un comunicato dell'associazione: "Un folto gruppo di ragazzi di età compresa tra i 20 e i 25 anni - vi si legge - ha fatto irruzione presso la sede del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli in via Efeso 2/a, mettendo a soqquadro l'ingresso, rovesciando scrivania, estintori, divano, quadri e materiale informativo".

"Solo grazie all'intervento dei soci presenti al primo piano dell'Associazione - prosegue la nota -, i vandali si sono allontanati gridando improperi come 'Froci di merda' ed inneggiando al Duce e ai campi di sterminio".

Il documento collega l'aggressione al "clima elettorale" di questi giorni: "Se così fosse ci verrebbe da dire, amareggiati e preoccupati, 'cominciamo bene'". E si augura "che sia stato solo un episodio isolato, anche se grave". I dirigenti del circolo temono il ripetersi di "spedizioni pilotate" che metterebbero a rischio le attività dell'associazione (che opera nella capitale da 25 anni) e l'incolumità e la sicurezza delle persone".

Immediata la presa di posizione delle forze politica di sinistra. A cominciare dal candidato sindaco Francesco Rutelli: "Ci vuole grande fermezza e una risposta corale nei confronti di questo rigurgito del fascismo intollerante e omofobico. Dobbiamo scongiurare che la campagna elettorale sia accompagnata da fatti come questo che sono da relegare nei sotteranei della civiltà". Per l'ex candidato a sindaco di Roma Franco Grillini è stato "un atto gravissimo di recrudescenza squadrista" anche perché "ci sono stati candidati soprattutto a destra che hanno flirtato con l'estrema destra neofascista e neonazista".

Il presidente nazione dell"Arcigay Aurelio Mancuso ha espresso "vicinanza e solidarietà" ai circolo ed ha sostenuto che "il nuovo governo deve farsi carico di sanare le lacune legislative che non puniscono i reati di odio e di omofobia al pari dei reati contro la razza e la religione. Per queste persone occorre il pugno di ferro".

In serata anche l'aspirante sindaco del Pdl Gianni Alemanno ha condannato l'episodio, esprimendo solidarietà al circolo Mario Mieli. "Si ratta di un gesto intollerabile", ha dichiarato. Ma per l'Arcigay di Roma le parole dell'ex ministro di An sono arrivate tardi. L'associazione, "di fronte al silenzio della destra", aveva già espresso infatti la sua preoccupazione "verso chi si candida a governare la nostra città senza mostrare solidarietà verso le vittime di un agguato fascista che mira a mettere in dubbio la stessa esistenza della comunità lesbica, gay e trans".

(17 aprile 2008)

http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/aggressione-mieli/aggressione-mieli/aggressione-mieli.html

venerdì 11 aprile 2008

Orientamento sessuale e patologia

A proposito di Omosessualità, Credenze Religiose, Modello Gay e Psicoterapia
giovedì 3 aprile 2008 - Chiara Lalli -Tonino Cantelmi

Intervista a Tonino Cantelmi (Psichiatra; Presidente della Associazione degli Psicologi e Psichiatri Cattolici)

L’orientamento sessuale ha una componente più genetica che culturale?

Sfortunatamente su questo abbiamo pochi dati; abbiamo un certo numero di studi, un paio molto interessanti che riguardano coppie di gemelli omozigoti adottati e che sono vissuti in situazioni familiari diverse, e il tasso di concordanza in questi studi è interessante perché sembrerebbe attribuire un certo rilievo genetico al tema della omosessualità. Però sono davvero pochi questi studi. Immaginiamo che sulla schizofrenia non sappiamo quanto pesi realmente il dato genetico costituzionale e abbiamo migliaia e migliaia di studi, e non siamo in grado di definirlo. Per quanto riguarda l’omosessualità il peso della genetica con 4 o 5 studi – per quanto un paio ben fatti – è improvvisato. E su questo ci sarebbe da discutere. Per quanto riguarda l’omosessualità mi sembra che il contributo degli studi che evidenziano un aspetto psicogenetico nello sviluppo dell’orientamento omosessuale siano un po’ più consistenti in questo momento. Tuttavia, come tutti possiamo sapere, direi che su questo non abbiamo idee chiare. Nessuno oggi può dire “l’orientamento omosessuale è legato a questo o a quest’altro”.

http://www.altrapsicologia.it/art/scienza_cultura_psicologica.asp

venerdì 4 aprile 2008

L’OMOSESSUALITA’ E’ UN DISTURBO MENTALE?

Nel 1973 l’American Psychiatric Association ha eliminato l’omosessualità dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM). Al momento l’omosessualità viene considerata un “orientamento sessuale non patologico”. L’omosessualità NON è una malattia e questa è la conclusione concorde di tutte le principali organizzazioni di igiene mentale.

ORIENTAMENTO SESSUALE
L'orientamento sessuale è una espressione che si usa per descrivere l’attrazione sessuale, emotiva e sentimentale di qualcuno nei confronti di qualcun altro. A seconda dell’orientamento sessuale gli individui possono essere classificati in eterosessuali, bisessuali o omosessuali.
IDENTITA’ DI GENERE
L'identità di genere è il modo in cui un individuo percepisce il proprio genere nel corso del tempo: questa consapevolezza interiore porta a dire "io sono maschio" o "io sono femmina".
Le ricerche evidenziano che l’identità di genere ha origine biologiche e che i fattori ormonali intervengono al momento delle gestazione. Successivamente l’identità di genere viene influenzata dall’ambiente sociale e culturale in cui nasce il bambino o la bambina.
RUOLO DI GENERE
Il ruolo di genere è invece una serie di norme comportamentali associate ai maschi e alle femmine, che un dato ambiente sociale e culturale trasmette attraverso una comune idea condivisa su come un uomo o una donna si dovrebbe comportare in un determinato contesto.
Il DISTURBO DELL’IDENTITA’ DI GENERE
Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders IV (DSM IV), i Disturbi dell'Identità di Genere sono caratterizzati da intensa e persistente identificazione col sesso opposto, associata a persistente malessere riguardante la propria assegnazione sessuale.

Washington A sparargli fu un compagno di classe, infastidito dai suoi modi effeminati

Ucciso a scuola perché gay Larry, nuova icona della tolleranza
Aveva 15 anni. La comunità omosessuale gli dedica la «giornata del silenzio»L' allarme: secondo un sondaggio, il 64 per cento degli studenti gay subisce provocazioni verbali e fisiche
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON - Sull' uniforme della scuola, pantaloni blu e camicia bianca, Larry King amava indossare stivaletti fucsia con un tacco di 9 centimetri. Portava gli orecchini, metteva rossetto e mascara, si laccava le unghie. Larry aveva 15 anni ed era gay. Non faceva nulla per nasconderlo. E poco sembrava importargli dei lazzi, delle battute e delle ingiurie, dei tovaglioli bagnati che volavano al suo passaggio nei corridoi, nelle aule o nelle toilette della E.O. Green Junior High School di Oxnard, una cittadina di 60 mila abitanti in California. Larry rispondeva a tono. Provava a mettere in imbarazzo quelli che lo insultavano, facendo battute caustiche. Brandon McInerney, 14 anni, era tra i più accaniti nel dileggio anti-gay di Larry. Ma invece di arrabbiarsi, King gli aveva detto che lui gli piaceva. E molto. Anzi, pochi giorni prima del 14 febbraio gli aveva chiesto: «Do you want to be my Valentine?». Il 12 febbraio, mentre Larry King lavorava al computer nel laboratorio della scuola, Brandon gli è arrivato alle spalle, ha tirato fuori una pistola e gli ha sparato un colpo alla testa. È morto due giorni dopo. Incriminato per omicidio premeditato, con l' aggravante di aver agito spinto dalla tendenza sessuale della vittima, Brandon McInerney rischia ora l' ergastolo. Il suo delitto ha sconvolto genitori, insegnanti e studenti di tutto il Paese. Ma soprattutto ha riaperto una polemica nazionale sulla scarsa attenzione che le scuole americane dedicano al problema della tolleranza fra gli studenti, la mancanza di programmi specifici e l' assenza di regole che proibiscano esplicitamente il bullismo o l' harassement basati sull' orientamento sessuale. Quello di King non è il primo caso del genere. La memoria è subito andata a quello di Matthew Shepard, lo studente del Wyoming ucciso da due coetanei perché gay. O più indietro nel tempo, di Brandon Teena, il transessuale del Nebraska massacrato nel 1994 perché non testimoniasse al processo contro i suoi stupratori, la cui vicenda ispirò il film «Boys don' t cry». La comunità gay è in allarme, preoccupata che il caso di Larry sia la conseguenza estrema di un fenomeno crescente ma spesso ignorato. Un' indagine del 2005, condotta dal gruppo di auto-difesa Gay, Lesbian and Straight Education Network, ha rivelato che il 64% degli studenti e studentesse omosessuali è oggetto di provocazione verbale e fisica a scuola e che il 30% di loro ha perso almeno un giorno di lezioni nel mese precedente, preoccupati della propria incolumità. Il gruppo ha deciso di dedicare a Larry una «giornata del silenzio» il 25 aprile prossimo. «Larry non era un cittadino di seconda classe, come io non una cittadina di seconda classe», ha detto nel suo popolarissimo talk-show Ellen De Generes, comica e gay dichiarata. Secondo Carolyn Laub, direttore dello Straigh Education Network, «con sempre più studenti che riconoscono prima la loro identità sessuale, le nostre scuole devono porsi il problema di insegnare il rispetto della diversità basata sul genere e sulla tendenza sessuale, la morte di Larry deve servirci da monito». Mentre i club per gay, lesbiche e bisessuali sono in crescita nelle scuole superiori americane, 650 soltanto in California, nelle medie il fenomeno è ancora poco conosciuto e incoraggiato, «Larry King aveva una voce straordinaria, avrebbe cantato l' inno nazionale all' apertura della stagione di baseball», ha raccontato Avery Laskey, 13 anni, un' amica dai tempi della scuola elementare. Quanto a McInerney, si sa che amava le arti marziali e si era arruolato negli Young Marines. * * * L' omicidio Quindici anni Sopra, una foto di Larry King scattata a Natale del 2006: l' immagine è sul sito www. rememberlarry.com in cui è raccontata la storia dello studente Con il padre Larry da bambino al mare, stretto fra le braccia di papà. Il ragazzo amava vestire in modo femminile: rossetto, mascara, unghie laccate. Proprio questo suo comportamento ha scatenato la follia di un compagno di scuola, Brandon McInerney che gli ha sparato un colpo di pistola alla testa, mentre Larry lavorava al computer nel laboratorio della scuola, la E.O. Green Junior High School di Oxnard, 60 mila abitanti in California. Ora lo studente omicida rischia l' ergastolo, mentre King è diventata la nuova icona di quanti lottano contro ogni forma di discriminazione, anche sessuale, all' interno della scuola.
Valentino Paolo
Pagina 25
(31 marzo 2008) - Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/31/Ucciso_scuola_perche_gay_Larry_co_9_080331015.shtml

venerdì 28 marzo 2008

Mamma? no, papà! che era donna, poi uomo e per nove mesi ancora donna...un pò di cunfusione?

CHOC NEGLI USA
Transessuale 'incinto' di cinque mesi
per dare un figlio alla compagna sterile
L'ira del Vaticano: "E' contro natura"
Thomas Beatie è nato donna poi si è sottoposto a un intervento chirurgico per cambiare sesso. E' sposato con Nancy. Se la gravidanza proseguirà senza problemi la coppia darà alla luce una bimba.

Roma, 26 marzo 2008 - Un uomo, che era una donna, è al quinto mese di gravidanza: sembra un rebus, eppure è un caso medico che ha una spiegazione perfettamente razionale. Il protagonista, Thomas Beatie, sostiene di essere il primo uomo 'in dolce attesa' sulla faccia della terra e ha raccontato la sua storia a 'The Advocatè, una rivista pubblicata a Los Angeles con una redazione off-limits agli eterosessuali (solo lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). E la sua foto -con tanto di pancia, petto spianato e ventre ringonfio per la gravidanza- è anche apparsa sulla rivista.

L'articolo è intitolato 'Parto d'amorè. Thomas Beatie, che è nato femmina, si descrive con un 'maschio transessuale', che ha mantenuto tutti i suoi organi femminili: da giovanissimo, quando si sottopose all'intervento per cambiare il sesso, si fece soltanto ridurre il seno e si sottopose alla terapia con il testosterone, senza modificare l'apparato riproduttivo con cui è nato.

Da un punto di vista legale Beatie oggi è un uomo e da quasi 10 anni vive con la sua compagna, Nancy, a Bend, nell'Oregon. Ma a un certo punto il desiderio della coppia di avere un figlio si è scontrato con il fatto che la donna non può concepire perchè, soffrendo di una grave forma di endometriosi, ha subito un'isterectomia.

Di qui la decisione: al 'signor' Beatie il compito di concepire una gravidanza. L'uomo/donna ha sospeso la terapia ormonale e il suo corpo ha rapidamente ripreso a funzionare come quello femminile. Dopo un anno, aver consultato 9 diversi medici ed essersi scontrato con innumerevoli difficoltà legali, il 'signor' Beatie è riuscito nell'intento, grazie a una donazione di sperma congelato. La prima gravidanza era extra-uterina e fu abortita.

La gravidanza successiva però è arrivata a buon fine e la coppia adesso aspetta una bimba che nascerà ai primi di luglio. «"ome ci si sente da uomo-incinto? - scrive Beatie nell'articolo - È incredibile. Oltre al fatto che una nuova vita cresce dentro di me, sono fermo e fiducioso del fatto che sono l'uomo che sono. In un senso strettamente tecnico mi sento come il mio proprio surrogato, sebbene la mia identità maschile sia costante. A Nancy, (dico) che sono suo marito che porta in grembo suo figlio. Sarò il padre di mia figlia, e Nancy la madre. Saremo una famiglia".
(...)

LA CONDANNA DEL VATICANO
"Non si può cambiare l'uomo in donna e viceversa. L'essere transessuale non va d'accordo con la morale cattolica e cristiana. E' anzi contro la natura umana. L'identità umana è uomo o donna, ma niente di intermedio". È netto il giudizio del cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, una sorta di 'ministro della salute vaticano', commentando con Apcom il caso del transessuale statunitense Thomas, 'incinto' di 5 mesi.
"Una cosa è la biologia, una è la morale - afferma il porporato vaticano - secondo la biologia se questa persona era donna, è rimasta donna e a livello biologico può anche rimanere incinta e procreare. La natura segue il suo corso, indipendentemente dalle decisioni culturali".
Per Barragan, "si tratta di una cosa di tipo culturale. Questa persona - osserva - ha adottato abitudini di un uomo, ma fisicamente è rimasto donna". "Quello che ci preoccupa è la morale. E non si può cambiare il sesso dell'uno e dell'altro. E' contro la natura umana e l'identità umana - conclude Barragan - è o uomo o donna, ma niente di intermedio".

http://qn.quotidiano.net/2008/03/26/75381-transessuale_incinto_cinque_mesi.shtml

venerdì 21 marzo 2008

In Italia il 15 gennaio 2008 è stato approvato ddl contro le molestie continuative alle donne e contro l’omofobia.

IN COMMISSIONE GIUSTIZIA
Sì al ddl su stalking e omofobia
Per i 'persecutori' scatta la galera
Chi molesta con insistenza una persona e chi incita alla violenza contro transgender o gay finira' in manette rischiando il carcere fino a 4 anni. In aula ai primi di febbraio Commenta
Roma, 16 gennaio 2008 - Ieri la Commissione Giustizia della Camera ha approvato definitivamente il ddl contro le molestie continuative alle donne, il cosiddetto stalking, e contro l'incitamento alla violenza per orientamento sessuale, per omofobia.

"Faccio appello al Presidente Fausto Bertinotti e al Ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, ai Presidenti dei gruppi parlamentari perchè questo tema venga considerato prioritario nell'agenda dei lavori dell'Aula", afferma la ministra per i Diritti e le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, dopo il via libera della II Commissione di Montecitorio al provvedimento.

"È un fatto di civiltà e saggezza -prosegue- dare al Paese una legge tanto attesa e utile". Barbara Pollastrini ringrazia "ancora una volta il Presidente Pisicchio per la sua sensibilità» e manifesta riconoscenza nei confronti delle deputate e dei deputati della Commissione Giustizia che «con impegno hanno seguito questa materia".

IL DECRETO
Chi molesta con insistenza una persona e chi incita alla violenza contro transgender o gay finira' in manette rischiando il carcere fino a 4 anni. Alla Camera, alla fine di un percorso tormentato e lungo, la proposta su stalking e omofobia -frutto dello 'stralcio' dal ddl governativo sulla violenza sessuale- ottiene finalmente l'ok in commissione Giustizia.
Il testo ora e' pronto per l'aula, dove (salvo sorprese) approdera' ai primi di febbraio. Ma quale nel dettaglio il contenuto della legge? Intanto, il nuovo reato di stalking: da sei mesi a 4 anni -ma la pena aumentera' in caso di recidiva o se a subire e' un minore- a chi 'reiteratamente' molesta o minaccia infliggendo alla vittima 'una sofferenza psichica' ovvero determini 'un fondato timore' per la sicurezza (propria o di persona vicina) o comunque pregiudichi in modo 'apprezzabile' le sue abitudini di vita. In via generale e' richiesta la querela, ma si procedera' d'ufficio se le minacce sono gravi.

Gli atti persecutori, inoltre, saranno aggravante sia in caso di omicidio sia di violenza sessuale. E in piu' abiliteranno alle intercettazioni telefoniche e agli incidenti probatori per acquisire la testimonianza anche di minori.

Contro i molestatori le misure non si fermano comunque al giro di vite punitivo. Se la persona offesa lo chiede, scattera' l'ammonimento formale da parte del questore.
E non solo: il giudice puo' vietare all'imputato di avvicinarsi ai luoghi frequentati d'abitudine dalla persona offesa o dai suoi familiari.

Quanto ai reati di omofobia, qui il testo varato dalla commissione ritocca la legge Mancino aggiungendo alla discriminazione gia' sanzionata per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi quella fondata sulle 'condizioni personali o sociali' o anche sull''orientamento sessuale o sull'identita' di genere'.
Un restyling che permettera' dunque di condannare chi discrimina o istiga a discriminare omosessuali e transgender con la reclusione fino a un anno e 6 mesi (o in alternativa la multa fino a 6mila euro) e chi contro loro commette o incita alla violenza con il carcere da 6 mesi a 4 anni. Tra l'altro la circostanza pesera' come aggravante e autorizzera' a procedere sempre d'ufficio.

La legge peraltro, rispetto alla Mancino, dimezza la pena nel caso di propaganda (e non piu' semplice diffusione, come recita l'attuale formulazione) di idee fondate sulla superiorita' o sull'odio razziale ed etnico.

http://qn.quotidiano.net/politica/2008/01/16/59747-stalking_omofobia.shtml

Sarà questa la strada giusta?

Circa 2 mesi fa il Daily Mail il quotidiano inglese, riportava una notizia ripresa poi da diversi quotidiani italiani tra cui “Il Corriere della Sera del 30 gennaio:

Gb: basta dire «mamma e papà», contro l'omofobia meglio parlare di «genitori»
Per abituare i bambini delle elementari all'idea che ci potrebbero essere genitori dello stesso sesso
LONDRA - Nelle scuole elementari britanniche sarà proibito usare l'espressione «mamma e papà» e diventerà obbligatorio utilizzare l'espressione neutra «genitori», in modo particolare nelle comunicazioni a casa. Come scrive mercoledì il popolare quotidiano Daily Mail, il ministro per la Scuola e l’infanzia Ed Balls farà propria la proposta lanciata dall'organizzazione per i diritti degli omosessuali Stonewall, mirante ad abituare i bambini britannici delle elementari all'idea che potrebbero esserci genitori dello stesso sesso.
DIRITTI GAY - Secondo gli attivisti di Stonewall, l'espressione «mamma e papà» lede i diritti dei genitori omosessuali e favorirebbe pregiudizi anti-gay, inoltre ritengono che i bambini non dovrebbero avere un'idea «convenzionale» della famiglia. Ma non solo: l'iniziativa prevede che, quando si discuterà di matrimonio nelle scuole medie, gli insegnanti dovranno parlare anche delle unioni civili e dei diritti sulle adozioni gay.
TOLLERANZA ZERO - La proposta di Balls tende inoltre a combattere l'intolleranza nei confronti degli omosessuali e prevede punizioni per chi offenderà un compagno chiamandolo gay. Tra le espressioni che dovrano essere bandite dalle scuole britanniche ci sono anche: «comportati da uomo» e «siete un branco di donnicciole». Il ministro Balls si è detto «orgoglioso che il governo e il dipartimento siano stati fermi su questa strada. Il nostro punto di vista è che ogni scuola debba mettere in pratica azioni chiare contro ogni forma di bullismo, incluso quello a sfondo omofobico».

30 gennaio 2008

http://www.corriere.it/esteri/08_gennaio_30/gb_genitori_scuola_1eea31fc-cf43-11dc-8e3f-0003ba99c667.shtml

venerdì 14 marzo 2008

4 aprile 2008 Veglia nazionale contro l'omofobia

Le veglie del 4 aprile 2008 saranno un momento di preghiera e di testimonianza cristiana, perché non possiamo stare in silenzio quando milioni di fratelli e di sorelle soffrono nel mondo e anche in Italia solo perché esistono, perché vogliono vivere l'affettività che il Signore ha dato loro. Crediamo sia importante che i pastori delle comunità evangeliche battiste, metodiste e valdesi, i loro consigli di chiesa e le loro comunità possano farsi promotori di speranza e di testimonianza nel luogo dove risiedano e decidere se, come cristiani, possiamo continuare a tacere su questo tema.

Venerdì 4 aprile 2008 cristiani provenienti da diverse confessioni e cammini di fede (Valdesi, cattolici, veterocattolici, metodisti, battisti, etc…) saranno in veglia a Firenze e in tante altre città italiane con i gruppi di credenti omosessuali per ricordare le vittime dell'omofobia e per lanciare un segno di speranza.

Invitiamo tutti i credenti a unirsi in veglia con loro per infrangere, con la preghiera e la testimonianza, il muro di silenzio che spesso permane nelle nostre chiese su questo tema.

Su questo tema lo scorso Sinodo Valdo-metodista e l'Assemblea-Sinodo Battista Metodista e Valdese di novembre 2007 si sono espressi con nettezza condannando l'omofobia, incitando le chiese ad accogliere le persone omosessuali e a dare collaborazione alle veglie contro l'omofobia (che l'anno scorso si erano svolte in giugno).

Le veglie saranno un momento di preghiera e di testimonianza cristiana, perché non possiamo stare in silenzio quando milioni di fratelli e di sorelle soffrono (minacciati, torturati e anche uccisi in alcuni Paesi) nel mondo e anche in Italia solo perché esistono, perché vogliono vivere l'affettività che il Signore ha dato loro.

Abbiamo chiesto l'adesione formale alla Tavola valdese e all'UCEBI ma crediamo che sia importante che i pastori delle comunità evangeliche battiste, metodiste e valdesi e i loro consigli di chiesa e comunità possano farsi promotori di speranza e di testimonianza nel luogo dove risiedono, anche organizzando le veglie dove non siano presenti gruppi della REFO o di credenti omosessuali cattolici o ospitandole dove invece questi gruppi sono presenti ma non sanno dove andare a pregare (visto il divieto della gerarchia cattolica di ospitare queste preghiere nelle chiese di sua competenza).

Perché, come scriveva Dietrich Bonhoeffer "viene il giorno in cui sarà forse impossibile parlare apertamente, ma noi pregheremo, faremo ciò che è giusto, il tempo di Dio verrà".

Ma l'adesione alle veglie di preghiera del 4 aprile 2008 non può essere solo un atto formale ma impegna tutti noi a portare la nostra testimonianza di fede in una delle tante veglie di preghiera che avranno luogo in Italia e sollecitando, nel nostro quotidiano, le nostre comunità cristiane a contrastare quegli atteggiamenti omofobici spesso presenti anche al loro interno.

A tutti Voi il compito di decidere se, come cristiani, possiamo continuare a tacere su questo tema.



La Rete evangelica Fede e omosessualità di Firenze

http://www.refo.it/

Da "Il Manifesto del Pride - Roma 16 giugno 2007"

Noi, lesbiche, gay, trans e bisessuali, siamo portatori e portatrici di pari dignità civile e sociale. Di fronte all´opinione pubblica italiana rivendichiamo che il Parlamento e il Governo, così come le forze sociali e politiche, riconoscano e garantiscano uguale dignità e pari diritti, nel rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani, della Costituzione italiana, della Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea e nel rispetto del principio della laicità dello Stato italiano e della sua autonomia da ogni ingerenza confessionale.
Le associazioni lgbt riunite a Roma il 1 aprile 2007 per discutere i temi politici e le modalità organizzative del Pride Nazionale di Roma del 16 giugno 2007, ritengono che questa manifestazione debba essere l´occasione per riaffermare che:
- la laicità dello Stato è il fondamento del vivere civile, la garanzia dei diritti di tutte e tutti, è un bene primario da difendere da ogni forma di ingerenza confessionale.
- la pari dignità e i pari diritti per le persone lgbt rimangono centrali e assumono il valore di paradigma del conflitto tra chi vuole uno stato laico e chi cerca di riportare l´Italia nel Medioevo.
Le nostre vite sono un fatto dirompente perché svelano che non esiste una famiglia"naturale", ma che le famiglie sono un fatto culturale. Con serenità e determinazione, con le nostre modalità e tutto l´arcobaleno dei nostri colori, riaffermiamo la necessità che il Parlamento approvi una vera legge che offra una pluralità di istituti giuridici aperti a tutte e tutti. Allo stesso modo, i diritti civili e sociali ditutte e tutti noi vanno garantiti attraverso una legge anti discriminazione che dia piena realizzazione al principio di eguaglianza sancito dall´articolo 3 della nostra Costituzione.
- vogliamo rappresentare una richiesta diffusa di un´Italia migliore, che si opponga a progetti politici e culturali reazionari che alimentano la violenza sulle donne, sulle lesbiche, sui gay, sulle e sui trans e su ogni altro soggetto non garantito. Questa campagna di odiointegralista sta contagiando tutto il paese, raggiungendo picchi di violenza anche politica inediti, in particolareda parte di gruppi neo nazisti e neo fascisti a cui le istituzioni non danno una risposta. Chiediamo che ilParlamento finalmente approvi una legge che sanzioni la violenza e l´istigazione all´odio motivata anche dall´orientamento sessuale e dall´identità di genere, perché non è ammissibile che non vi siano strumenti per difendere il proprio diritto alla vita e all´integrità fisica e personale.
- la lotta per le libertà individuali,l´autodeterminazione dei corpi e delle scelte di vita, deve essere assunta da un ampio e plurale arco di movimenti, gruppi, associazioni. In questo senso le associazioni lgbt lavoreranno fin da subito per costruire reti e relazioni affinché il Pride Nazionale del 16 giugno2007, sia un grande appuntamento per tutte e tutti coloro che hanno a cuore la libertà, la democrazia, l´antifascismo.
Perché esiste un´altra Italia!
Il coordinamento ha scelto al suo interno i tre portavoce nazionali:
1. Cristian Ballarin cell. 347/8445732
2. Aurelio Mancuso cell. 335/310659
3. Rossana Praitanocell. 348/7708439
Circolo Mario Mieli 06/5413985
Coordinamento Unitario Pride Nazionale Roma 2007 Roma, 1 aprile 2007

sabato 8 marzo 2008

Ma cos'è il "bullismo omofobico"?

Il termine bullismo è la traduzione italiana dell’inglese bullying e indica tutta quella serie di comportamenti ostili, prevaricanti, dispotici e persecutori assunti da una persona nei confronti di un’altra. Nel caso particolare del bullismo omofobico, il comportamento vessatorio e discriminatorio è spesso motivato da un pregiudizio individuale o sociale nei confronti delle persone omosessuali.
Si può parlare di bullismo omofobico quando ci sono offese verbali, insulti, soprannomi offensivi, gesti e sguardi minacciosi, percosse fisiche e quando si creano coalizioni contro qualcuno per escluderlo e isolarlo.
La paura dell’omosessualità ed in particolare la paura di venire considerati omosessuali può spingere una persona a emarginare e discriminare un’altra persona in ragione della su reale o presunta omosessualità.

venerdì 7 marzo 2008

MODENA - Giornata contro l'omofobia, il consiglio approva.

MODENA - Il Consiglio comunale di Modena ha approvato con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo Indipendente e voto contrario dell'opposizione un Ordine del Giorno con cui si invita il Parlamento italiano a "contribuire all'istituzione di una Giornata internazionale contro l'omofobia (International Day Against Homophobia) da celebrarsi il 17 maggio di ogni anno nella ricorrenza della cancellazione, il 17 maggio 1990, dell'omosessualità dalla lista delle malattie mentali da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità". Il documento, di cui è primo firmatario Mauro Tesauro dei Verdi, è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo Indipendente e con il voto contrario dell'opposizione.
(continua...)

www.romagnaoggi.it/showarticle.php?articleID=301664&section=news/Emilia-Romagna&storico=giorno


sabato 1 marzo 2008

Progetto"Homofobicus? No! Homosapiens! Percorsi di prevenzione e contrasto del bullismo omofobico a scuola"

Il Progetto è stato ideato e coordinato dall'Associazione Pratika, attraverso un finanziamento dell'Amministrazione Provinciale d'Arezzo ed il contributo dell'Amministrazione Comunale.
L'obiettivo del progetto è stato quello di sensibilizzare e abbassare il grado di violenza sia fisica che psichica nelle scuole. Il bullismo omofobico si manifesta sotto forma di derisioni, offese verbali, fino a una vera e propria violenza fisica nei casi più drammatici, nei confronti di ragazzi e ragazze omosessuali, gesti sistematici che si possono trasformare in un incubo e provocare danni seri.
Il Progetto si è articolato in tre percorsi mirati alla formazione e all’aggiornamento di operatori ed insegnanti della provincia ed alla sensibilizzazione in classe di studenti e studentesse di tre istituti superiori “rappresentativi” della realtà scolastica aretina.
L'apertura di uno sportello d'ascolto presso l'Informagiovani di Arezzo, con cadenza settimanale per tre ore, vuole rappresentare un ulteriore sviluppo del Progetto per garantire uno spazio privato per l'ascolto e il sostegno.
E’ possibile contattare l’operatore anche telefonicamente e attraverso il blog.

http://www.pratika.net

Oggi 29 febbraio 2008 apertura dello Sportello d'ascolto.



lunedì 25 febbraio 2008

Apre lo sportello di ascolto sull'omofobia e bullismo all'Informagiovani di Arezzo

Venerdì 29 Febbraio 2008 apre lo sportello di ascolto sull'omofobia e bullismo all'Informagiovani di Arezzo.
Dopo il corso Homofobicus? no, homosapiens! organizzato dall' Associazione Pratika si è sentita l'esigenza di fornire un punto di riferimento e di ascolto che possa aiutare le persone e i giovani contro tutte le forme di omofobia e di bullismo.
Questo blog vuole essere una ulteriore opportunità per le persone di esprimersi e raccontare le proprie esperienze oppure dire la propria su questa importante iniziativa.
Il referente per lo sportello è Sara Archinucci che ha partecipato al corso di Pratika e nei prossimi giorni inserirà le prime indicazioni in questo blog.

Staff Associazione Pratika