venerdì 28 marzo 2008

Mamma? no, papà! che era donna, poi uomo e per nove mesi ancora donna...un pò di cunfusione?

CHOC NEGLI USA
Transessuale 'incinto' di cinque mesi
per dare un figlio alla compagna sterile
L'ira del Vaticano: "E' contro natura"
Thomas Beatie è nato donna poi si è sottoposto a un intervento chirurgico per cambiare sesso. E' sposato con Nancy. Se la gravidanza proseguirà senza problemi la coppia darà alla luce una bimba.

Roma, 26 marzo 2008 - Un uomo, che era una donna, è al quinto mese di gravidanza: sembra un rebus, eppure è un caso medico che ha una spiegazione perfettamente razionale. Il protagonista, Thomas Beatie, sostiene di essere il primo uomo 'in dolce attesa' sulla faccia della terra e ha raccontato la sua storia a 'The Advocatè, una rivista pubblicata a Los Angeles con una redazione off-limits agli eterosessuali (solo lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). E la sua foto -con tanto di pancia, petto spianato e ventre ringonfio per la gravidanza- è anche apparsa sulla rivista.

L'articolo è intitolato 'Parto d'amorè. Thomas Beatie, che è nato femmina, si descrive con un 'maschio transessuale', che ha mantenuto tutti i suoi organi femminili: da giovanissimo, quando si sottopose all'intervento per cambiare il sesso, si fece soltanto ridurre il seno e si sottopose alla terapia con il testosterone, senza modificare l'apparato riproduttivo con cui è nato.

Da un punto di vista legale Beatie oggi è un uomo e da quasi 10 anni vive con la sua compagna, Nancy, a Bend, nell'Oregon. Ma a un certo punto il desiderio della coppia di avere un figlio si è scontrato con il fatto che la donna non può concepire perchè, soffrendo di una grave forma di endometriosi, ha subito un'isterectomia.

Di qui la decisione: al 'signor' Beatie il compito di concepire una gravidanza. L'uomo/donna ha sospeso la terapia ormonale e il suo corpo ha rapidamente ripreso a funzionare come quello femminile. Dopo un anno, aver consultato 9 diversi medici ed essersi scontrato con innumerevoli difficoltà legali, il 'signor' Beatie è riuscito nell'intento, grazie a una donazione di sperma congelato. La prima gravidanza era extra-uterina e fu abortita.

La gravidanza successiva però è arrivata a buon fine e la coppia adesso aspetta una bimba che nascerà ai primi di luglio. «"ome ci si sente da uomo-incinto? - scrive Beatie nell'articolo - È incredibile. Oltre al fatto che una nuova vita cresce dentro di me, sono fermo e fiducioso del fatto che sono l'uomo che sono. In un senso strettamente tecnico mi sento come il mio proprio surrogato, sebbene la mia identità maschile sia costante. A Nancy, (dico) che sono suo marito che porta in grembo suo figlio. Sarò il padre di mia figlia, e Nancy la madre. Saremo una famiglia".
(...)

LA CONDANNA DEL VATICANO
"Non si può cambiare l'uomo in donna e viceversa. L'essere transessuale non va d'accordo con la morale cattolica e cristiana. E' anzi contro la natura umana. L'identità umana è uomo o donna, ma niente di intermedio". È netto il giudizio del cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, una sorta di 'ministro della salute vaticano', commentando con Apcom il caso del transessuale statunitense Thomas, 'incinto' di 5 mesi.
"Una cosa è la biologia, una è la morale - afferma il porporato vaticano - secondo la biologia se questa persona era donna, è rimasta donna e a livello biologico può anche rimanere incinta e procreare. La natura segue il suo corso, indipendentemente dalle decisioni culturali".
Per Barragan, "si tratta di una cosa di tipo culturale. Questa persona - osserva - ha adottato abitudini di un uomo, ma fisicamente è rimasto donna". "Quello che ci preoccupa è la morale. E non si può cambiare il sesso dell'uno e dell'altro. E' contro la natura umana e l'identità umana - conclude Barragan - è o uomo o donna, ma niente di intermedio".

http://qn.quotidiano.net/2008/03/26/75381-transessuale_incinto_cinque_mesi.shtml

venerdì 21 marzo 2008

In Italia il 15 gennaio 2008 è stato approvato ddl contro le molestie continuative alle donne e contro l’omofobia.

IN COMMISSIONE GIUSTIZIA
Sì al ddl su stalking e omofobia
Per i 'persecutori' scatta la galera
Chi molesta con insistenza una persona e chi incita alla violenza contro transgender o gay finira' in manette rischiando il carcere fino a 4 anni. In aula ai primi di febbraio Commenta
Roma, 16 gennaio 2008 - Ieri la Commissione Giustizia della Camera ha approvato definitivamente il ddl contro le molestie continuative alle donne, il cosiddetto stalking, e contro l'incitamento alla violenza per orientamento sessuale, per omofobia.

"Faccio appello al Presidente Fausto Bertinotti e al Ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, ai Presidenti dei gruppi parlamentari perchè questo tema venga considerato prioritario nell'agenda dei lavori dell'Aula", afferma la ministra per i Diritti e le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, dopo il via libera della II Commissione di Montecitorio al provvedimento.

"È un fatto di civiltà e saggezza -prosegue- dare al Paese una legge tanto attesa e utile". Barbara Pollastrini ringrazia "ancora una volta il Presidente Pisicchio per la sua sensibilità» e manifesta riconoscenza nei confronti delle deputate e dei deputati della Commissione Giustizia che «con impegno hanno seguito questa materia".

IL DECRETO
Chi molesta con insistenza una persona e chi incita alla violenza contro transgender o gay finira' in manette rischiando il carcere fino a 4 anni. Alla Camera, alla fine di un percorso tormentato e lungo, la proposta su stalking e omofobia -frutto dello 'stralcio' dal ddl governativo sulla violenza sessuale- ottiene finalmente l'ok in commissione Giustizia.
Il testo ora e' pronto per l'aula, dove (salvo sorprese) approdera' ai primi di febbraio. Ma quale nel dettaglio il contenuto della legge? Intanto, il nuovo reato di stalking: da sei mesi a 4 anni -ma la pena aumentera' in caso di recidiva o se a subire e' un minore- a chi 'reiteratamente' molesta o minaccia infliggendo alla vittima 'una sofferenza psichica' ovvero determini 'un fondato timore' per la sicurezza (propria o di persona vicina) o comunque pregiudichi in modo 'apprezzabile' le sue abitudini di vita. In via generale e' richiesta la querela, ma si procedera' d'ufficio se le minacce sono gravi.

Gli atti persecutori, inoltre, saranno aggravante sia in caso di omicidio sia di violenza sessuale. E in piu' abiliteranno alle intercettazioni telefoniche e agli incidenti probatori per acquisire la testimonianza anche di minori.

Contro i molestatori le misure non si fermano comunque al giro di vite punitivo. Se la persona offesa lo chiede, scattera' l'ammonimento formale da parte del questore.
E non solo: il giudice puo' vietare all'imputato di avvicinarsi ai luoghi frequentati d'abitudine dalla persona offesa o dai suoi familiari.

Quanto ai reati di omofobia, qui il testo varato dalla commissione ritocca la legge Mancino aggiungendo alla discriminazione gia' sanzionata per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi quella fondata sulle 'condizioni personali o sociali' o anche sull''orientamento sessuale o sull'identita' di genere'.
Un restyling che permettera' dunque di condannare chi discrimina o istiga a discriminare omosessuali e transgender con la reclusione fino a un anno e 6 mesi (o in alternativa la multa fino a 6mila euro) e chi contro loro commette o incita alla violenza con il carcere da 6 mesi a 4 anni. Tra l'altro la circostanza pesera' come aggravante e autorizzera' a procedere sempre d'ufficio.

La legge peraltro, rispetto alla Mancino, dimezza la pena nel caso di propaganda (e non piu' semplice diffusione, come recita l'attuale formulazione) di idee fondate sulla superiorita' o sull'odio razziale ed etnico.

http://qn.quotidiano.net/politica/2008/01/16/59747-stalking_omofobia.shtml

Sarà questa la strada giusta?

Circa 2 mesi fa il Daily Mail il quotidiano inglese, riportava una notizia ripresa poi da diversi quotidiani italiani tra cui “Il Corriere della Sera del 30 gennaio:

Gb: basta dire «mamma e papà», contro l'omofobia meglio parlare di «genitori»
Per abituare i bambini delle elementari all'idea che ci potrebbero essere genitori dello stesso sesso
LONDRA - Nelle scuole elementari britanniche sarà proibito usare l'espressione «mamma e papà» e diventerà obbligatorio utilizzare l'espressione neutra «genitori», in modo particolare nelle comunicazioni a casa. Come scrive mercoledì il popolare quotidiano Daily Mail, il ministro per la Scuola e l’infanzia Ed Balls farà propria la proposta lanciata dall'organizzazione per i diritti degli omosessuali Stonewall, mirante ad abituare i bambini britannici delle elementari all'idea che potrebbero esserci genitori dello stesso sesso.
DIRITTI GAY - Secondo gli attivisti di Stonewall, l'espressione «mamma e papà» lede i diritti dei genitori omosessuali e favorirebbe pregiudizi anti-gay, inoltre ritengono che i bambini non dovrebbero avere un'idea «convenzionale» della famiglia. Ma non solo: l'iniziativa prevede che, quando si discuterà di matrimonio nelle scuole medie, gli insegnanti dovranno parlare anche delle unioni civili e dei diritti sulle adozioni gay.
TOLLERANZA ZERO - La proposta di Balls tende inoltre a combattere l'intolleranza nei confronti degli omosessuali e prevede punizioni per chi offenderà un compagno chiamandolo gay. Tra le espressioni che dovrano essere bandite dalle scuole britanniche ci sono anche: «comportati da uomo» e «siete un branco di donnicciole». Il ministro Balls si è detto «orgoglioso che il governo e il dipartimento siano stati fermi su questa strada. Il nostro punto di vista è che ogni scuola debba mettere in pratica azioni chiare contro ogni forma di bullismo, incluso quello a sfondo omofobico».

30 gennaio 2008

http://www.corriere.it/esteri/08_gennaio_30/gb_genitori_scuola_1eea31fc-cf43-11dc-8e3f-0003ba99c667.shtml

venerdì 14 marzo 2008

4 aprile 2008 Veglia nazionale contro l'omofobia

Le veglie del 4 aprile 2008 saranno un momento di preghiera e di testimonianza cristiana, perché non possiamo stare in silenzio quando milioni di fratelli e di sorelle soffrono nel mondo e anche in Italia solo perché esistono, perché vogliono vivere l'affettività che il Signore ha dato loro. Crediamo sia importante che i pastori delle comunità evangeliche battiste, metodiste e valdesi, i loro consigli di chiesa e le loro comunità possano farsi promotori di speranza e di testimonianza nel luogo dove risiedano e decidere se, come cristiani, possiamo continuare a tacere su questo tema.

Venerdì 4 aprile 2008 cristiani provenienti da diverse confessioni e cammini di fede (Valdesi, cattolici, veterocattolici, metodisti, battisti, etc…) saranno in veglia a Firenze e in tante altre città italiane con i gruppi di credenti omosessuali per ricordare le vittime dell'omofobia e per lanciare un segno di speranza.

Invitiamo tutti i credenti a unirsi in veglia con loro per infrangere, con la preghiera e la testimonianza, il muro di silenzio che spesso permane nelle nostre chiese su questo tema.

Su questo tema lo scorso Sinodo Valdo-metodista e l'Assemblea-Sinodo Battista Metodista e Valdese di novembre 2007 si sono espressi con nettezza condannando l'omofobia, incitando le chiese ad accogliere le persone omosessuali e a dare collaborazione alle veglie contro l'omofobia (che l'anno scorso si erano svolte in giugno).

Le veglie saranno un momento di preghiera e di testimonianza cristiana, perché non possiamo stare in silenzio quando milioni di fratelli e di sorelle soffrono (minacciati, torturati e anche uccisi in alcuni Paesi) nel mondo e anche in Italia solo perché esistono, perché vogliono vivere l'affettività che il Signore ha dato loro.

Abbiamo chiesto l'adesione formale alla Tavola valdese e all'UCEBI ma crediamo che sia importante che i pastori delle comunità evangeliche battiste, metodiste e valdesi e i loro consigli di chiesa e comunità possano farsi promotori di speranza e di testimonianza nel luogo dove risiedono, anche organizzando le veglie dove non siano presenti gruppi della REFO o di credenti omosessuali cattolici o ospitandole dove invece questi gruppi sono presenti ma non sanno dove andare a pregare (visto il divieto della gerarchia cattolica di ospitare queste preghiere nelle chiese di sua competenza).

Perché, come scriveva Dietrich Bonhoeffer "viene il giorno in cui sarà forse impossibile parlare apertamente, ma noi pregheremo, faremo ciò che è giusto, il tempo di Dio verrà".

Ma l'adesione alle veglie di preghiera del 4 aprile 2008 non può essere solo un atto formale ma impegna tutti noi a portare la nostra testimonianza di fede in una delle tante veglie di preghiera che avranno luogo in Italia e sollecitando, nel nostro quotidiano, le nostre comunità cristiane a contrastare quegli atteggiamenti omofobici spesso presenti anche al loro interno.

A tutti Voi il compito di decidere se, come cristiani, possiamo continuare a tacere su questo tema.



La Rete evangelica Fede e omosessualità di Firenze

http://www.refo.it/

Da "Il Manifesto del Pride - Roma 16 giugno 2007"

Noi, lesbiche, gay, trans e bisessuali, siamo portatori e portatrici di pari dignità civile e sociale. Di fronte all´opinione pubblica italiana rivendichiamo che il Parlamento e il Governo, così come le forze sociali e politiche, riconoscano e garantiscano uguale dignità e pari diritti, nel rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani, della Costituzione italiana, della Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea e nel rispetto del principio della laicità dello Stato italiano e della sua autonomia da ogni ingerenza confessionale.
Le associazioni lgbt riunite a Roma il 1 aprile 2007 per discutere i temi politici e le modalità organizzative del Pride Nazionale di Roma del 16 giugno 2007, ritengono che questa manifestazione debba essere l´occasione per riaffermare che:
- la laicità dello Stato è il fondamento del vivere civile, la garanzia dei diritti di tutte e tutti, è un bene primario da difendere da ogni forma di ingerenza confessionale.
- la pari dignità e i pari diritti per le persone lgbt rimangono centrali e assumono il valore di paradigma del conflitto tra chi vuole uno stato laico e chi cerca di riportare l´Italia nel Medioevo.
Le nostre vite sono un fatto dirompente perché svelano che non esiste una famiglia"naturale", ma che le famiglie sono un fatto culturale. Con serenità e determinazione, con le nostre modalità e tutto l´arcobaleno dei nostri colori, riaffermiamo la necessità che il Parlamento approvi una vera legge che offra una pluralità di istituti giuridici aperti a tutte e tutti. Allo stesso modo, i diritti civili e sociali ditutte e tutti noi vanno garantiti attraverso una legge anti discriminazione che dia piena realizzazione al principio di eguaglianza sancito dall´articolo 3 della nostra Costituzione.
- vogliamo rappresentare una richiesta diffusa di un´Italia migliore, che si opponga a progetti politici e culturali reazionari che alimentano la violenza sulle donne, sulle lesbiche, sui gay, sulle e sui trans e su ogni altro soggetto non garantito. Questa campagna di odiointegralista sta contagiando tutto il paese, raggiungendo picchi di violenza anche politica inediti, in particolareda parte di gruppi neo nazisti e neo fascisti a cui le istituzioni non danno una risposta. Chiediamo che ilParlamento finalmente approvi una legge che sanzioni la violenza e l´istigazione all´odio motivata anche dall´orientamento sessuale e dall´identità di genere, perché non è ammissibile che non vi siano strumenti per difendere il proprio diritto alla vita e all´integrità fisica e personale.
- la lotta per le libertà individuali,l´autodeterminazione dei corpi e delle scelte di vita, deve essere assunta da un ampio e plurale arco di movimenti, gruppi, associazioni. In questo senso le associazioni lgbt lavoreranno fin da subito per costruire reti e relazioni affinché il Pride Nazionale del 16 giugno2007, sia un grande appuntamento per tutte e tutti coloro che hanno a cuore la libertà, la democrazia, l´antifascismo.
Perché esiste un´altra Italia!
Il coordinamento ha scelto al suo interno i tre portavoce nazionali:
1. Cristian Ballarin cell. 347/8445732
2. Aurelio Mancuso cell. 335/310659
3. Rossana Praitanocell. 348/7708439
Circolo Mario Mieli 06/5413985
Coordinamento Unitario Pride Nazionale Roma 2007 Roma, 1 aprile 2007

sabato 8 marzo 2008

Ma cos'è il "bullismo omofobico"?

Il termine bullismo è la traduzione italiana dell’inglese bullying e indica tutta quella serie di comportamenti ostili, prevaricanti, dispotici e persecutori assunti da una persona nei confronti di un’altra. Nel caso particolare del bullismo omofobico, il comportamento vessatorio e discriminatorio è spesso motivato da un pregiudizio individuale o sociale nei confronti delle persone omosessuali.
Si può parlare di bullismo omofobico quando ci sono offese verbali, insulti, soprannomi offensivi, gesti e sguardi minacciosi, percosse fisiche e quando si creano coalizioni contro qualcuno per escluderlo e isolarlo.
La paura dell’omosessualità ed in particolare la paura di venire considerati omosessuali può spingere una persona a emarginare e discriminare un’altra persona in ragione della su reale o presunta omosessualità.

venerdì 7 marzo 2008

MODENA - Giornata contro l'omofobia, il consiglio approva.

MODENA - Il Consiglio comunale di Modena ha approvato con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo Indipendente e voto contrario dell'opposizione un Ordine del Giorno con cui si invita il Parlamento italiano a "contribuire all'istituzione di una Giornata internazionale contro l'omofobia (International Day Against Homophobia) da celebrarsi il 17 maggio di ogni anno nella ricorrenza della cancellazione, il 17 maggio 1990, dell'omosessualità dalla lista delle malattie mentali da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità". Il documento, di cui è primo firmatario Mauro Tesauro dei Verdi, è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo Indipendente e con il voto contrario dell'opposizione.
(continua...)

www.romagnaoggi.it/showarticle.php?articleID=301664&section=news/Emilia-Romagna&storico=giorno


sabato 1 marzo 2008

Progetto"Homofobicus? No! Homosapiens! Percorsi di prevenzione e contrasto del bullismo omofobico a scuola"

Il Progetto è stato ideato e coordinato dall'Associazione Pratika, attraverso un finanziamento dell'Amministrazione Provinciale d'Arezzo ed il contributo dell'Amministrazione Comunale.
L'obiettivo del progetto è stato quello di sensibilizzare e abbassare il grado di violenza sia fisica che psichica nelle scuole. Il bullismo omofobico si manifesta sotto forma di derisioni, offese verbali, fino a una vera e propria violenza fisica nei casi più drammatici, nei confronti di ragazzi e ragazze omosessuali, gesti sistematici che si possono trasformare in un incubo e provocare danni seri.
Il Progetto si è articolato in tre percorsi mirati alla formazione e all’aggiornamento di operatori ed insegnanti della provincia ed alla sensibilizzazione in classe di studenti e studentesse di tre istituti superiori “rappresentativi” della realtà scolastica aretina.
L'apertura di uno sportello d'ascolto presso l'Informagiovani di Arezzo, con cadenza settimanale per tre ore, vuole rappresentare un ulteriore sviluppo del Progetto per garantire uno spazio privato per l'ascolto e il sostegno.
E’ possibile contattare l’operatore anche telefonicamente e attraverso il blog.

http://www.pratika.net

Oggi 29 febbraio 2008 apertura dello Sportello d'ascolto.